A teatro: La donna che sbatteva nelle porte
Tratto dall’omonimo romanzo di Roddy Doyle, pubblicato in Italia da Guanda Editore, lo spettacolo teatrale La donna che sbatteva nelle porte, per la regia di Giorgio Gallione, è in scena a Milano, al teatro Elfo Puccini, fino al 24 febbraio 2013.
Marina Massironi è la protagonista, Paula che, come nel libro, inizia il racconto, da sola sul palco, e ripercorre la sua vita in un lungo flashback.
Il monologo si svolge in una scenografia quasi surreale: una stanza foderata di prato. Non ci sono – a differenza del testo scritto ambientato nei sobborghi di Dublino -indicazioni geografiche o temporali perchè, purtroppo, quella di Paula è una vicenda universale, che appartiente a tante, troppe donne.
La storia di Paula è una storia tragica: aveva creduto di poter riscattare una vita difficile e piena di errori con il matrimonio e la maternità e, invece, col passare del tempo, la figura del marito si sgretola così come crollano tutte le sue illusioni. L’uomo è alcolizzato e violento: la prima sberla, poi un’altra e poi la violenza sempre più cieca. Non c’è speranza per la donna – anche se il testo è percorso da un sottile filo di humor nero – che, oltre ai segni fisici, porta dentro di sè il senso di colpa nei confronti dei figli.
“Chiedetemelo, chiedetemelo, chiedetemelo”, ripete spesso Paula: un grido di aiuto, lei incapace di dire agli altri quello che subisce dal marito, spera che qualcuno glielo chieda.
Ma, alla fine dello spettacolo (riprendendo l’epilogo del romanzo), la donna dice: “Ho fatto qualcosa di buono”. E’ riuscita a parlare.