Le vittime sono ancora i bambini
26 giugno: ieri è stata la giornata internazionale contro la droga e
le tossicodipendenze di cui, spesso, anche i bambini ne sono le
vittime incosapevoli. E noi vogliamo raccontarvi una storia.
quella dei tarahumara, una
popolazione indigena che risiede in Messico, chiamati così dagli
Spagnoli: loro si definiscono “raràmuri”
che significa “pianta adatta per la corsa”, perchè la corsa è
da loro molto seguita. Si contano tra i 50.000 e i 70.000 tarahumara,
alcuni di loro sono transumanti, altri stanziali: vivono nelle grotte
tra le montagne o in piccole capanne di legno o pietra, coltivano
mais e fagioli e si dedicano all’allevamento.
punto di vista religioso, i “dottori” o le “guide spirituali”
praticano la magia bianca e la magia nera e lo sciamano è il
guardiano che deve sovraintendere alla comunità, facendo da tramite
tra gli uomini e gli astri. Il “Male” è spesso identificato con
l’uomo bianco che approfitta della persone, che non rispetta la
Natura, che vuole impossessarsi delle ricchezze senza condividerle.
Tutto questo è frutto della colonizzazione, irrispettosa e violenta.
la tradizione tarahumara, Dio creò i raràmuri,
mentre il diavolo gli chacabochi
e la leggenda vuole che i raràmuri
furono sconfitti, in una sfida, dai chacabochi per cui Dio si
arrabbiò e condannò i raràmuri
alla povertà. I raràmuri, ancora oggi, vivono nelle foreste, tra i
monti, nella miseria e, spesso, i bambini fanno uso di sostanze
stupefacenti ma, cosa ancor più grave, vengono sfruttati dai
narcotrafficanti.
droga arricchisce le grandi organizzazioni criminali e alimenta un
commercio illegale basato sul sangue, sulla violenza e sugli abusi
proprio dei più deboli. In Messico (come in molti altri Paesi del
centro e sud America) il problema del narcotraffico è aumentato in
maniera esponenziale: dopo l’egemonia della Colombia negli anni ’90,
i “cartelli” messicani hanno preso il sopravvento, favoriti dalla
coltivazione in loco e dal traffico della droga sintetizzata e
destinata agli Stati Uniti e all’ Europa.
le numerose zone impervie, all’interno del Messico, vi è la Sierra
Tarahumara, una catena montuosa situata nel nord-ovest del Paese,
un’area molto isolata e difficile da raggiungere e, proprio qui,
vivono i raràmuri. A
peggiorare la situazione, nell’ultimo anno, una terribile siccità ha
colpito la sierra, esponendo gli indigeni al rischio di malnutrizione
se non addirittura, alla fame: problema ulteriore che si è andato ad
aggiungere, come dicevamo, all’indigenza e all’analfebetismo. Proprio
a causa di questa debolezza economica e sociale, i raràmuri
(e, in particolare, i bambini e gli adolescenti) sono preda dei
narcotrafficanti che – con le minacce o con la promessa di denaro –
li arruolano negli eserciti del crimine.
Fondazione Fratelli
dimenticati ha,
quindi, deciso di aprire, nei villaggi, numerosi centri in cui i
bambini e i ragazzi possano frequentare la scuola e, quindi, essere
inseriti in percorsi di prevenzione e di reinserimento, attraverso
l’educazione all’amore, al rispetto dell’Altro e della vita, alla
cooperazione: ai valori positivi. Per offrire questa opportunità ai
giovani, la Fondazione ristruttura vecchi edifici, acquista lavabi,
materassi e anche librerie; ha dovuto, nel corso del tempo, sistemare
anche le cisterne per la raccolta dell’acqua, costruire le tettoie
per i sebatoi del gas e garantire assistenza sanitaria: i progetti,
infatti, si articolano in attività che si pongono l’obiettivo di
migliorare le condizioni di vita della popolazione da tutti i punti
di vista: quello pratico e quello cuturale. Perchè si deve partire
proprio dalla cultura, per cambiare mentalità e stile di vita. E
ricominciare a credere, onestamente, nel futuro.
Fondazione Fratelli
Dimenticati Onlus,
per poter continuare a realizzare tutto questo, vi chiede un
contributo per il sostegno
a distanza;
un sostegno che serve ad abbattere i costi di gestione dei vari
progetti: http://www.fratellidimenticati.it/sostegno-a-distanza/
effettuare le offerte:
con versamento in conto corrente postale n. 11482353, con bonifico
bancario (fiscalmente deducibili), oppure direttamente presso le
filiali de “I fratelli dimenticati”