Il Garante per l’infanzia dà voce ai ragazzi
trascorsi cinquant’anni dal celebre discorso di Martin Luther King in
cui si ripeteva spesso la frase: “I have a dream”: in occasione
di questo anniversario il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza,
Vincenzo Spadafora, ha indetto una campagna dal titolo proprio “I
have a dream” per sensibilizzare i cittadini sul tema delle varie
forme di razzismo, dirette o subdole, che ancora albergano nelle
parole, nei fatti, nella mentalità di alcuni. Spadafora ha
suggerito di sostituire, nel discorso di King, la parola “nero”
con, ad esempio, povero o immigrato per capire chi siano oggi le
persone discriminate. E i motivi di discriminazione, purtroppo sono
ancora molti, troppi: per condizione sociale, per etnia, per
orientamento sessuale.
scorso agosto, tutti i giovani – della fascia di età compresa tra i
13 e i 18 anni – possono inviare all’Authority l’idea che hanno
riguardo al proprio futuro, le loro aspettative e potranno farlo,
dando sfogo alla loro creatività: attraverso video, fotografie,
scritti e disegni. In questi mesi la campagna è proseguita con
successo e Spadafora ha potuto, così, affermare che il diritto di
sognare “ è essenziale perchè racchiude in sé tutti i diritti
fondamentali sanciti dalla Convenzione ONU.” E ha aggiunto che: “La
campagna si rivolge da una lato agli adolescenti, promuovendo e
incoraggiando la loro capacità di sognare; dall’altro, al mondo
degli adulti, dalle istituzioni alle famiglie, ovvero a tutti coloro
che oggi hanno la responsabilità di creare condizioni adeguate
affinché i diritti fondamentali dei ragazzi siano realmente
esigibili”.
lo spot di lancio della campagna: un primo ragazzo esce da un
furgoncino che si ferma in un campo ai margini di una grande città.
La sua voce, mentre chiede il diritto al suo sogno personale, si
intreccia a quella di altre e di altri. I ragazzi si moltiplicano,
così come le loro parole e i loro sogni e poi lo slogan, semplice ed
efficace:
nostri sogni sono i nostri diritti, ascoltaci”. Ma quali sono i
sogni da ascoltare e da far realizzare? Sono anch’essi semplici, come
i ragazzi stessi: studiare, trovare lavoro – quando gli adolescenti
saranno diventati grandi – e formare una famiglia oppure, per alcuni
di loro, poter rimanere nelle proprie città d’origine. Ma forse il
sogno più importante (e la richiesta più urgente) è quello di
essere ascoltati.