I diritti (negati) ai bambini rom e sinti
occasione della giornata mondiale dei diritti umani, pensiamo che sia
importante parlare dei rom e dei sinti, comunità che, troppo spesso e
più di altre, sono vittime di discriminazioni e di stereotipi
negativi. E ne parliamo facendo riferimento al rapporto intitolato
“Mia madre era rom” stilato dall’Associazione 21 luglio in cui si
è analizzato il fenomeno delle adozioni dei minori rom nella Regione
Lazio e, soprattutto, nella capitale dove i rom e i loro figli vivono
in gravi condizioni igieniche e abitative, condizioni che sono la
conseguenza delle politiche (e di una mentalità) orientate
all’esclusione sociale.
il rapporto, un bambino rom ha 40 probabilità, rispetto ad un suo
coetaneo “gagi”, di essere dichiarato adottabile e, quindi, di
essere allontanato dalla propria famiglia d’origine. Perchè? Perchè
i giudici, i Pubblici Ministeri, gli assistenti sociali spesso
imputano – per mancanza di conoscenze e per pregiudizi radicati –
alla stessa cultura rom (o sinti) e alla volontà dei genitori, il
degrado ambientale e culturale in cui vivono bambini e adolescenti.
quest’ottica risulta semplice far adottare un minore rom ad una
famiglia non rom per ripristinare, forzatamente, i diritti del minore
stesso, ma l’Associazione 21 luglio fotografa, con le seguenti
parole, questa modalità di intervento da parte delle istituzioni:
“Segregando i rom su base etnica nei cosiddetti ‘campi nomadi’…le
istituzioni locali prima condannano le comunità rom a vivere in
situazioni di totale degrado e all’esclusione sociale, lavorativa e
abitativa. E poi sottraggono loro i propri figli per proteggerli dal
rischio di vivere in quel contesto inadeguato alla fruizione dei
diritti dell’infanzia che gli stessi amministratori hanno creato”.
inoltre, che secondo una stima recente, in Italia sono presenti circa
170 mila rom e sinti: solo 35 mila vivono in insediamenti formali e
informali; più della metà hanno la cittadinanza italiana e un
lavoro; molti ancora, provenendo dalla Romania e dalla Bulgaria, sono
cittadini comunitari. Nonostante questi dati, in base anche a molti
studi di monitoraggio sull’uso dei termini e degli aggettivi da parte
degli organi di informazione (ma anche nell’uso comune) le parole
“zingaro” o “rom” sono ancora associate a opinioni
dispregiative.
approfondire questi e altri temi, vi segnaliamo il seguente evento:
158
11 dicembre alle ore 20, presso l’Auditorium San Fedele di Milano –
via Hoepli 3/b.
è organizzato da
Amnesty International Italia,
Associazione 21 luglio
e Zalab.
L’evento,
che sarà introdotto e moderato dal giornalista
Gad Lerner, prevede la
proiezione in prima
italiana di “Container
158”, il film
documentario di Stefano Liberti e Enrico Parenti che racconta la vita
nel campo rom più grande d’Europa. A seguire una Tavola
rotonda dal titolo “Figli
dei campi: habitat marginali e diritti rubati”
alla quale parteciperà l’Assessore alla Sicurezza e Coesione
Sociale del Comune di Milano Marco
Granelli e rappresentanti
delle associazioni.
Nel corso della serata l’Associazione 21
luglio presenterà il nuovo rapporto “Figli
dei campi” sulla
condizione dell’infanzia rom negli insediamenti formali e informali
in Italia.