Work for hope: come aiutare i palestinesi nei territori
prossimo 16 dicembre 2013 è possibile visitare, presso il chiostro
del Palazzo delle Stelline in Corso Magenta 59 a Milano, la mostra
“Work for Hope”, un progetto fotografico di Alessandro Gandolfi
che si inserisce in un’iniziativa voluta da COOPI (Cooperazione
Internazionale) e dalla Commissione Europea, dipartimento Aiuti
Umanitari e rivolta ai palestinesi che vivono nei territori occupati:
Striscia di Gaza e Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est.
prevede progetti di “cash for work”: si individuano le opere
utili da compiere e, nella loro messa in atto, vengono coinvolti i
capofamiglia dei nuclei più poveri con un impiego a tempo
determinato. In questo modo si risponde, almeno in parte, ai bisogni
familiari di base (cibo, salute e scuola) e si immette liquidità
nell’economia locale.
programmi sono pensati, ad esempio, per migliorare le infrastrutture
di base, anche perchè gli anni di occupazione e di conflitto non
hanno fatto altro che determinare un forte impatto sulle condizioni
di vita delle persone: gli spostamenti all’interno degli oPt sono
continuamente bloccati dalla presenza del muro, dei posti di blocco e
dei gates; la libertà di movimento è fortemente limitata anche
dalla richiesta di pass e di permessi per le aree ad accesso
limitato. Questo impatta sulla quotidianità con la mancanza di
strutture sanitarie, lavorative e scolastiche. Ecco, quindi, che
l’intervento dei “cash for work” può servire a creare aree gioco
per i bambini, può essere utile per il recupero delle cisterne per
la raccolta dell’acqua piovana, per la ristrutturazione di vecchi
edifici o per la manutenzione delle strade.
attraverso il coinvolgimento delle comunità locali, la Commissione
Europea e Coopi sono impegnate anche in un’attività di “civil
protection”, nell’Area C dove i villaggi sono più a rischio di
insicurezza e di sfollamento e dove le restrizioni idriche e
l’impossibilità di
coltivazione della terra discriminano ancora di
più le popolazioni palestinesi residenti.
questo nasce anche un progetto multimediale, sempre a cura del
fotoreporter Alessandro Gandolfi in cui, attraverso
video-testimonianze, storie di ricostruzione e visite virtuali ai
villaggi, si raccontano piccoli, ma significativi passi per
salvaguardare la vita e la dignità dei coloni sotto assedio.
saperne di più: workforhope.org (da cui abbiamo tratto anche le
fotografie pubblicate)