Routine is fantastic. Donne
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Albania,
Siria, Afghanistan, Pakistan, Myanmar, Libano, Iraq, Somalia: questi
sono i Paesi e gli scenari in cui vivono le donne la cui vita è
stata segnata dai conflitti, dalla violenza, dalla brutalità. Ma
queste donne sono ancora capaci di portare, nella loro esistenza
quotidiana, la luce della speranza e la tenacia di chi vuole andare
avanti, nonostante tutto.
riprese dallo sguardo, attento e sensibile, di Franco Pagetti in
un’interessante mostra ancora in corso presso il Palazzo delle
Stelline, in Corso Magenta, 61 a Milano. Una mostra, ad ingresso
libero, visitabile fino al 12 gennaio e ad ingresso libero.
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titolo è: Routine is
fantastic. Donne:
“fantastic” nel senso di sorprendente
perchè, come scrive il fotografo nella presentazione del lavoro: “
La straordinarietà di queste donne è il saper sempre anteporre le
necessità altrui alle proprie. Sono donne che cercano il cibo e lo
preparano, che portano l’acqua a casa e la sera, dopo le fatiche,
riescono ancora a sorridere e trasmettere serenità”. L’obiettivo
riesce a cogliere segni di amicizia, intimità, atmosfere di quieta
normalità anche quando – nella maggior parte dei casi – si tratta di
persone che trascorrono le giornate nei campi profughi e negli
alloggi di fortuna per gli sfollati.
contribuisce alla campagna di raccolta fondi per l’UNHCR a sostegno
delle donne rifugiate (per informazioni: liperni@unhcr.org,
Giovanna Liperni): l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i
Rifugiati protegge, infatti, i rifugiati, garantendo loro che non
vengano rimandati in Paesi in cui la loro incolumità sarebbe in
pericolo e fornendo l’assistenza necessaria affinché possano
integrarsi nei Paesi d’asilo. Ogni passaggio della fuga verso un
luogo più sicuro è particolarmente pericoloso per le donne e i
bambini perchè – in condizioni di deficit economico, sanitario e
scolastico – per loro è facile rimanere vittime di pratiche
tradizionali primitive quali, ad esempio, le mutilazioni genitali o i
matrimoni in giovanissima età. Se rientrano nel Paese d’origine,
inoltre, le donne sono sempre escluse dai processi di ricostruzione
post-bellica e incontrano difficoltà a rientrare anche nelle
abitazioni o a tornare in possesso delle terre e dei propri beni.
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recita la Convenzione di Ginevra del 1951 è una rifugiato o una
rifugiata: “Colui o colei che temendo, a ragione, di essere
perseguitato/a per motivi di razza, religione, nazionalità,
appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni
politiche, si trova fuori dal Paese di cui è cittadino/a e non può
o non vuole, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di
questo Paese; oppure che, non avendo una cittadinanza e trovandosi
fuori dal Paese in cui aveva residenza abituale a seguito di siffatti
avvenimenti, non può o non vuole tornarvi per il timore di cui
sopra”.
ricordare che queste persone sono fuggite dal proprio Paese perchè
perseguitate e sono costrette a vivere lontano dalle proprie radici,
in condizioni di indigenza e sotto la continua minaccia di
aggressioni e ricatti.