L’inferno degli stagionali
Grazia Bucca |
Un
reportage importante, quello di Grazia Bucca, che ritorna sul
problema, ancora irrisolto, dell’accoglienza dei migranti, delle loro
precarie condizioni di vita e di lavoro, spesso chiamati a prestare
le loro braccia e le loro schiene “ a cottimo” , per pochissimi
euro e tante ore di fatica, nei nostri terreni agricoli. Le
fotografie sono di Grazia Bucca – fotoreporter, redattrice della
newsletter ArcireportSicilia, collaboratrice de Il Manifesto e
dell’agenzia Studio Camera di Palermo – e, come spesso accade, le sue
immagini parlano più di mille parole, colpiscono gli occhi e
dovrebbero mettere in moto il pensiero critico, soprattutto di chi si
occupa delle politiche migratorie, sempre più contingenti ed
emergenziali.
reportage, dal titolo L’inferno
degli stagionali, è stato
trasmesso durante la trasmissione Mediterraneo,
in onda su Rai3, nella puntata n.12 del 22 dicembre 2013.
Abbiamo
intervistato la fotografa Grazia Bucca che ringraziamo tantissimo per
averci dedicato tempo e per gli scatti che ci ha permesso di
pubblicare.
è preparata per entrare nel campo di Campobello di Mazara? E ha
incontrato difficoltà burocratiche per poter realizzare il
reportage?
del reportage è nata per documentare le condizioni del campo dei
migranti stagionali, impegnati nella raccolta delle olive nel
territorio di Campobello di Mazara (TP).
conoscevo questa tragica realtà finché non ho avuto la notizia
della morte di Diallo Ousmani, ragazzo senegalese di 26 anni,
arrivato in Sicilia in cerca di lavoro, e che proprio in quel campo
ha trovato la sua tragica fine. Rimasto gravemente ustionato
nell’incendio della baracca nella quale alloggiava, è morto
all’ospedale civico di Palermo, domenica 20 ottobre 2013 dopo quasi
10 giorni di agonia.
Grazia Bucca |
realizzazione del reportage non ho riscontrato alcuna difficoltà
burocratica. Il campo sorgeva alla periferia del centro abitato, ai
bordi di una trafficata contrada comunale, quindi un luogo facilmente
raggiungibile.
Il
titolo del lavoro contiene la parola “inferno”: perchè?
perché, vedere esseri umani vivere in quelle condizioni, senz’acqua
corrente, né luce elettrica, né servizi igienici, in ripari di
fortuna, costituiti da piccole tende da campeggio, baracche
improvvisate, costruite con blocchi di cemento, assi di legno, lastre
di eternit, cartoni e teli di plastica messi insieme alla meno
peggio, mi ha dato la sensazione di un vero e proprio inferno, di
qualcosa di orribile, di disumano.
Cosa ha
voluto denunciare precisamente con questo suo lavoro fotografico? E
di cosa necessitano i lavoratori migranti?
Ho
voluto denunciare, non solo le condizioni di vita alle quali sono
costretti molti migranti che approdano in questo paese nella speranza
di una vita diversa, ma anche le condizioni di sfruttamento che
vivono i lavoratori, stretti nella morsa del caporalato, del lavoro
nero, del ricatto, della violenza, della miseria, senza tutela
alcuna. I terreni di Campobello ricadono nel territorio controllato
dal boss mafioso Matteo Messina Denaro. Non è quindi inverosimile
ipotizzare che queste condizioni, passatemi l’espressione anche di
schiavitù, vengono determinate dalla mafia, che impone turni
massacranti e l’irrisorio pagamento di 3-3,50€, per cassetta di
prodotto raccolto.
stata la reazione degli stagionali davanti all’obiettivo della
macchina fotografica ? Le hanno raccontato le loro storie?
non tutti i lavoratori hanno voluto essere ritratti. Non erano felici
delle loro condizioni. Molti provavano un forte senso di vergogna ed
imbarazzo per come stessero vivendo e grande era la paura che le foto
in qualche modo potessero arrivare nei loro paesi di origine, agli
occhi dei propri familiari.
primo momento di imbarazzo altri invece hanno voluto farsi ritrarre
senza alcun problema, ma tutti sono stati disposti a raccontare la
loro storia.
Grazia Bucca |
Grazia Bucca |