Giornata mondiale contro la tortura
occasione del 26 giugno, Giornata Mondiale contro la Tortura, la
Campagna LasciateCIEntrare vuole lanciare una riflessione sul tema,
partendo dalla denuncia di quei luoghi che calpestano la dignità e i
diritti delle persone: i CIE.
I Centri di identificazione ed
espulsione rappresentano una violazione dell’articolo 3 della
Convenzione Europea per i Diritti dell’Uomo:
“Nessuno può
essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o
degradanti”.
Ce lo spiega bene Lassad, che da uomo libero è
finito al CIE di Ponte Galeria, vivendo così sulla sua pelle un
trattamento inumano che mai dimenticherà. Prima di Ponte Galeria era
transitato per Bari e Trapani.
“Mi sono trovato nel CIE con
delle persone con le bocche cucite. Mi sono domandato, dove sono? In
Afghanistan, a Beirut!? Non è logico che nel 21esimo secolo esistano
questi luoghi chiamati CIE e che delle persone per far sentire la
propria voce arrivino a compiere gesti estremi, persone che si
cuciono la bocca con ago e filo per protesta. Ma dove siamo?!”.
Siamo
nei CIE, strutture che nascono per trattenere gli stranieri
sottoposti a provvedimenti di espulsione e o di respingimento, ma che
in realtà non sono nient’altro che dei lager autorizzati. Gli
immigrati reclusi vivono senza dignità, senza diritti.
Entrano ed
escono dal CIE: “Non hai un documento e ti mettono li per un anno e
mezzo. Massimo 6 mesi a Ponte Galeria. Solo perché non hai documenti
devi passare il resto della vita ad uscire e rientrare nei
CIE”.
Lassad vive in Italia da 22 anni e questa nazione con la
sua politica la conosce bene “il bello della politica italiana:
parole parole parole ! I CIE non sono la soluzione! 41 euro, vale
così poco la vita umana?
Siamo la Banca d’Italia, entrano
soldi, siamo la conseguenza di una causa, dunque siamo un prodotto e
come prodotto ha un suo prezzo”.
Vite umane spezzate, rinchiuse
senza nessuna colpa, si trovano a dover contare le loro sbarre:
“Passo la mia giornata a contare le sbarre che sono attorno al
perimetro della mia stanza. Per la precisione sono 206, su 18 passi e
mezzo di lunghezza, su 8 passi e mezzi di larghezza, questo è il
perimetro della mia stanza” così ci racconta Lassad.
Lassad è
ora di nuovo un uomo libero, gli domandiamo “cosa diresti ai tuoi
compagni che sono rimasti nei CIE?
L’arma è diventata troppo
sottile. Cercano di colpirvi nell’anima, sfiancarvi la resistenza.
Questi posti ti spezzano
l’anima… Tenete duro!
La Campagna
LasciateCIEntrare chiede che non vengano riaperti i CIE di Gradisca
d’Isonzo, Milano, Palazzo S.Gervasio e che chiudano tutte le
strutture di detenzione amministrativa per stranieri. #MAIPIUCIE
E’
possibile vedere l’intervista video integrale sul sito:
www.lasciatecientrare.it