La Palestina è sotto attacco
L’Associazione per i Diritti Umani aderisce al seguente appello:
Palestina non solo è sotto attacco militare, il che preoccupa
moltissimo per le vite dei palestinesi e la ulteriore perdite delle
loro strutture.
La Palestina è sotto attacco da parte di
Israele nella sua resistenza come realtà autonoma….
La
Palestina è sotto attacco allo scopo di dimostrare la sua
“impossibilità di esistenza”. Nel momento della riconciliazione
tra le fazioni che governano nella Cisgiordania e a Gaza, un
tentativo di unificare il territorio politico della Palestina, di
trovare un’ autorappresentazione politica presso l’ONU, di
liberare Gaza dall’assedio (reso ancor più insostenibile dal
blocco alla circolazione di persone e beni da parte dell’Egitto di
Sissi), di reclamare la illegalità della detenzione ed abduzione
amministrativa di prigionieri e di difendere il territorio in
Gerusalemme e nella Cisgiordania, di sviluppare una autonomia
economica, Israele dispiega attacchi militari con forze di terra e
uso spropositato della forza verso i civili nella Cisgiordania, con
più di 400 detenzioni amministrative, infinite malversazioni a
Gerusalemme e bombardamenti e sconfinamenti a Gaza. Questa operazione
dello stato Israeliano, battezzata “guardiani dei nostri fratelli “
è “giustificata” dalla scomparsa di 3 giovani riservisti
Israeliani in territorio sotto completo controllo Israeliano in
Cisgiordania. Non c’è prova di chi abbia collaborato alla
sparizione, non rivendicata da alcuna fazione Palestinese. In
qualsiasi paese civile una sparizione è un caso di polizia
investigativa e non la ragione per imprigionamenti di massa su base
politica, di invasione e permanenza in migliaia di abitazioni di
civili, dell’abbattimento di case, degli omicidi di persone
disarmate, di bombardamenti su zone del territorio Palestinese sotto
blocco e fuori e da quella in cui la scomparsa è avvenuta. Questa
operazione non è altro che una operazione, probabilmente
preordinata, di punizione collettiva per i Palestinesi nel momento in
cui hanno raggiunto un accordo politico e si presentano come stato
nella comunità internazionale. Serve per annientare fisicamente una
fazione-partito (Hamas) e richiedere la resa dell’altra
fazione-partito (Fatha), protagoniste precedentemente del dissenso
interno che aveva creato due governi separati in Gaza ed in
Cisgiordania. Serve ad imporre con la forza la opposizione del
governo Israeliano alla riconciliazione nazionale Palestinese. E’
un’ operazione la cui entità e sviluppo si può pensare che
continuino ad accrescersi nel livello e con la violenza. In
Cisgiordania le uccisioni, la invasione da parte delle forze di terra
con carri armati, i sorvoli di F16, le violente invasioni delle case,
gli arresti indiscriminati di civili, il ri-arresto di prigionieri
liberati, la nutrizione forzata di quelli in sciopero della fame, la
mano libera lasciata alla violenza dei coloni, si accompagnano ai
bombardamenti quotidiani su Gaza, all’attacco ai suoi pescatori, al
sorvolo con F16, che ben ricordano l’inizio degli attacchi del 2008
e del 2012. Vogliamo essere vicini ai Palestinesi che ne sono
vittime, e che si sono impegnati come attori nel difficile processo
di costruire una unità nazionale, e diciamo al nostro Governo ed a
quello Europeo che ci opponiamo alla loro connivenza con Israele e
speriamo di rompere il silenzio che regna sulle aggressioni in corso.
Il silenzio e/o la connivenza della comunità internazionale è la
luce verde che Israele aspetta per imporre sul terreno col la paura e
l’esercito la sua richiesta all’Autorità Nazionale di Ramallah
di rompere l’accordo di riunificazione.
E’ un
lasciapassare per continuare la illegale detenzione amministrativa e
le vessazioni sui prigionieri, per continuare il blocco di Gaza e la
politica di insediamenti e vessazioni in Cisgiordania e
Gerusalemme.
Temiamo che sia anche la luce verde per
realizzare vecchie e nuove minacce su Gaza: ” vi ridurremo al medio
evo”, “la prossima volta vi attaccheremo in modo che non avrete
il tempo di rispondere” (dopo il novembre 2012) e per tutta la
Palestina: “elimineremo tutto il verde (Hamas ha bandiere verdi)
dalla regione”.
I palestinesi stanno resistendo uniti – ma
l’immagine della gente in solidarietà proveniente da tutto il mondo,
in piedi accanto a loro, sarà incoraggiante e darà forza al popolo
palestinese, nella sua lotta contro un occupante crudele.
Per
sostenere il popolo palestinese sotto attacco, anche il silenzio dei
Governi e della Istituzioni Europee deve finire ed il messaggio delle
Chiese deve giungere limpido e chiaro.
*Chiediamo che i
rappresentanti delle Istituzioni Italiane e quelle Europee si
facciano responsabili in tutte le sedi della sicurezza e dello
sviluppo della nazione e dello stato Palestinese riunificato, secondo
le leggi internazionali.*
*Che nelle sedi internazionali
queste si schierino per l’ autonomia dello Stato Palestinese e
contro la occupazione della Cisgiordania e la continua espansione
degli insediamenti Israeliani, per la liberazione dal blocco di terra
e mare di Gaza, per la fine della detenzione amministrativa dei
Palestinesi e loro abduzione in Israele, per uno statuto chiaro e
condiviso per Gerusalemme.*
*Chiediamo che i governi Europei
mettano in campo finalmente sanzioni economiche per Israele che
continua a non rispettare la legislazione internazionale, le
risoluzioni ONU e la convenzione di Ginevra.*
*Chiediamo ai
rappresentanti delle religioni che si pronuncino contro i crimini
verso la umanità e le persone che Israele compie con impunità verso
il popolo Palestinese e diffondano la loro solidarietà verso le
sofferenze di un popolo interno.*
Aderisci mandando una mail
a
palestinasottoattacco@outlook.it
per vedere le
firme:
https://sites.google.com/site/parallelopalestina/firme-la-palestina-e-sotto-attacco
prossimo, 2 luglio, si terrà una manifestazione a Milano, ore 17.30.
Pazza della Scala