Una poesia di Paul Polansky per riflettere sull’attualità
Polansky, nel 2002, è stato invitato a tenere una conferenza presso
l’Università di Tel Aviv; in quell’occasione ha voluto conoscere il
più possibile della città, del Paese e dei suoi abitanti e ha
scritto una serie di poesie raccolte nel testo intitolato Bus
ride in Jerusalem.
fotografo, operatore culturale e sociale, è diventato negli anni un
personaggio mitico per il suo impegno a favore delle popolazioni
Rom.
Le sue raccolte di poesie “Living Through It Twice”,
“The River Killed My Brother”, e “Not a refugee”
descrivono le atrocità commesse da cechi, slovacchi, albanesi ed
altri contro quelle popolazioni.
Ha anche svolto studi accurati
sui campi di concentramento nazisti nei quali venivano trucidate,
insieme a quelle ebraiche, intere comunità Rom.
Attualmente
dirige alcuni progetti di aiuto e salvaguardia di queste popolazioni
nel Kosovo e in Serbia.
Nonostante egli debba la sua fama mondiale
alle sue battaglie a tutela dei Rom kosovari, Polansky è anche un
prolifico ed apprezzato romanziere e poeta, che riesce a fondere, nei
suoi scritti, l’esperienza di sessantasette anni vissuti
intensamente e l’impegno a salvaguardia di una cultura gitana che
lo ha toccato nel profondo e che la civiltà occidentale tende a
sopprimere.
Nel 2004 Polansky è stato insignito del prestigioso
Human Rights Award della città di Weimar, in Germania.
seguito pubblichiamo un poema che lo scrittore ci ha gentilmente
regalato (tratto dalla sua raccolta). Ringraziamo di cuore Paul
Polansky per questo omaggio e per questa riflessione.
souk
souk today,
small Arab boy
plastic pistol.
down a crowded
lane
the gun,
Arab man
him by throat
the toy away
the Israeli soldiers
chance
him.