Convenzione per l’istituzione della Corte penale internazionale e altro
Cari lettori, su www.change.org
è possibile firmare la petizione (e la lettera) che potete leggere
qui di seguito. Noi dell’Associazione per i Diritti Umani lo abbiamo
fatto. Fatela girare, grazie.
Gentile Presidente Renzi,
nel Suo discorso post primarie del
dicembre 2013 Lei ha
ricordato le tragedie del Rwanda e di Srebrenica. Ne fui colpito,
positivamente, perché
finalmente un politico italiano dava importanza a quei fatti sempre
lasciati ai margini delle cronache. Ma ricordare quelle tragedie ha
delle conseguenze, quale il riconoscere il valore della giustizia.
Per noi italiani, la giustizia internazionale è davvero molto
importante. È stato il nostro Paese, nel 1998, a ospitare la
convenzione per l’istituzione della Corte penale internazionale. In
quell’occasione fu ribadito che nulla, neppure durante una guerra,
può giustificare l’uccisione deliberata o indiscriminata di civili.
Anche per questo motivo, credo Lei debba impegnarsi per riaffermare
la giustizia internazionale. Le chiedo quindi se ha intenzione di
convocare i rappresentanti diplomatici di Israele, Palestina e Siria,
e chieder loro cosa stanno facendo per portare di fronte alla
giustizia i responsabili di bombardamenti che hanno causato la morte
di donne, bambini, malati. E, in mancanza di risposte convincenti, Le
chiedo se è disposto a
trarne le conseguenze politiche, cioè
a protestare con decisione, richiamando – laddove
ci sono – i nostri
ambasciatori ed espellendo i rappresentanti di Paesi che non
intendono perseguire i responsabili di crimini odiosi come
l’uccisione di bambini. Può darsi che Lei non sia d’accordo,
può darsi che, come tanti rappresentanti del governo italiano che
l’hanno preceduta, Lei ritenga che la diplomazia debba muoversi in
altri modi. Nel caso,
però, La pregherei di evitare in futuro di riferirsi ancora alle
vicende del Rwanda e di Srebrenica. Perché prima di condannare il
solito immobilismo delle Nazioni Unite, credo sarebbe opportuno
pensare alle proprie responsabilità.
1. Daniele Scaglione, scrittore
2. Ascanio Celestini, attore
3. Luca Leone, scrittore
4. Laura Caputo, giornalista
5. Maria Cecilia Castagna, editore
6. Laura Silvia Battaglia,
giornalista
7. Isa Ferraguti, già senatrice X
Legislatura
8. Enzo Barnabà, scrittore
9. Nadia Ravioli, cittadina
10. Silvia Gaiba, architetto del
Ministero Beni Culturali e Ambientali
11. Rocco Cipriano, grafico
12. Marco Mainardi, giornalista
13. Gioacchino Allasia, maestro di
Shiatsu e Craniosacrale
14. Michela Iorio, giornalista
15. Roberto Di Giovanbattista,
operatore culturale
16. Sandro Ferri, editore
17. Silvia Fabbi, giornalista
18. Stefano Landucci, consigliere
comunale di Pisa
19. Maria Frega, sociologa
20. Massimo Ceresa, scrittore
21. Françoise Kankindi,
presidente di Bene Rwanda
22. Maurizio Dell’Orso,
promotore culturale
23. Stefania Sarallo, giornalista
24. Ada Scalchi, ex sindaco di
Albano Laziale (RM)
25. Silvia Cavicchioli,
storica
26. Edoardo Montenegro,
blogger
27. Giovanni Verga,
giornalista
28. Elisabetta Falcioni,
editor
29. Matteo Pagliani, cooperante
30. Marina Scaglione, insegnante
Matteo Renzi, Presidente del Consiglio
Rwanda, Srebrenica: appello per la giustizia internazionale
Gentile
Presidente Renzi,
nel Suo discorso post primarie del dicembre
2013 Lei ha ricordato le tragedie del Rwanda e di Srebrenica. Ne fui
colpito, positivamente, perché finalmente un politico italiano dava
importanza a quei fatti sempre lasciati ai margini delle cronache. Ma
ricordare quelle tragedie ha delle…
Palestina, Rwanda, Srebrenica:
appello per la giustizia internazionale
Gentile Presidente
Renzi,
nel Suo discorso post primarie del dicembre 2013 Lei
ha ricordato le tragedie del Rwanda e di Srebrenica. Ne fui colpito,
positivamente, perché finalmente un politico italiano dava
importanza a quei fatti sempre lasciati ai margini delle cronache. Ma
ricordare quelle tragedie ha delle conseguenze, quale il riconoscere
il valore della giustizia. Per noi italiani, la giustizia
internazionale è davvero molto importante. È stato il nostro Paese,
nel 1998, a ospitare la convenzione per l’istituzione della Corte
penale internazionale. In quell’occasione fu ribadito che nulla,
neppure durante una guerra, può giustificare l’uccisione deliberata
o indiscriminata di civili. Anche per questo motivo, credo Lei debba
impegnarsi per riaffermare la giustizia internazionale. Le chiedo
quindi se ha intenzione di convocare i rappresentanti diplomatici di
Israele, Palestina e Siria, e chieder loro cosa stanno facendo per
portare di fronte alla giustizia i responsabili di bombardamenti che
hanno causato la morte di donne, bambini, malati. E, in mancanza di
risposte convincenti, Le chiedo se è disposto a trarne le
conseguenze politiche, cioè a protestare con decisione, richiamando
– laddove ci sono – i nostri ambasciatori ed espellendo i
rappresentanti di Paesi che non intendono perseguire i responsabili
di crimini odiosi come l’uccisione di bambini. Può darsi che Lei non
sia d’accordo, può darsi che, come tanti rappresentanti del governo
italiano che l’hanno preceduta, Lei ritenga che la diplomazia debba
muoversi in altri modi. Nel caso, però, La pregherei di evitare in
futuro di riferirsi ancora alle vicende del Rwanda e di Srebrenica.
Perché prima di condannare il solito immobilismo delle Nazioni
Unite, credo sarebbe opportuno pensare alle proprie responsabilità.
Cordiali saluti,
[Il tuo nome]