L’Uganda e l’omosessualità
Il 1° agosto 2014 la Corte
Costituzionale dell’Uganda ha annullato l’Anti-Homosexuality Act,
la legge contro gli omesessuali promulgata dal Parlamento in Febbraio
e in vigore da Marzo 2014.
Sebbene l’atto sia stato
smantellato sulla base di un tecnicismo – quando in dicembre era
stata votata le legge, in Parlamento non era stato raggiunto il
quorum di presenti necessari all’approvazione di tal provvedimento
– la speranza è che si tratti del primo passo verso la fine della
discriminazione propugnata dalla Stato, nonchè un segnale per il
miglioramento delle condizioni di vita di persone lesbiche, gay,
bisessuali, transgender e intersex (LGBTI).
Da tempo, ormai, le
persone LGBTI in Uganda sono intrappolate in un circolo vizioso di
discriminazione, minacce, abusi e ingiustizie, e dall’entrata in
vigore della legge in questione il numero di arresti arbitrari, abusi
di potere e estorsioni da parte della polizia nei loro confronti è
notevolmente aumentato e con esso anche il numero di persone che ha
perso il lavoro, la casa, o è stato costretto ad abbandonare
finanche il Paese.
Nonostante l’importanza del fatto, la
Sezione 145 del Codice Penale dell’Uganda resta in vigore, e con
essa continua a essere punita la “conoscenza carnale tra qualsiasi
persona che si configuri come contro l’ordine di natura”.