Everyday Rebellion: cambiamento e non-violenza
E’ nelle
sale italiane dall’ 11 settembre (una data significativa…) e
distribuito da Officine Ubu: si tratta del film Everyday
Rebellion dei
fratelli iraniani Arash e Arman Riahi.
documentario che pone al centro la comunicazione come azione di
protesta, efficace e, soprattutto, non violenta.
Occupy Wall Street, alle rivoluzioni arabe iniziali; dal Movimento
spagnolo 15M alle Femen e ancora Otpor! Il movimento studentesco che
portò alla caduta di Milošević
e il Popolo Viola…Tutte forme di
protesta e di ribellione organizzate, sentite, volute e vissute sulla
propria pelle dai protagonisti.
proposito delle Femen ucraine, Arash Rahi ha affermato: “ Come
tutti gli altri movimenti non violenti da noi mostrati, anche le
Femen partono da bisogni personali, in questo caso il bisogno di un
gruppo di studentesse ucraine nate negli anni ’80 che si erano
smarrite nella propria esistenza. Le Femen hanno avuto un tale
impatto sull’opinione pubblica di tutto il mondo perchè hanno usato
il corpo come campo di battaglia in una maniera completamente nuova
rispetto a quella dei kamikaze alle altre forme di protesta fisica:
che cosa c’è di più non violento di un corpo nudo?”.
alla base del lavoro è che rispondere alla violenza con altra
violenza è distruttivo e basta: se, invece, si risponde con la
creatività, allora si riescono ad ottenere attenzione e solidarietà
e questo risulta ancora più importante se si vive in un regime non
democratico. E allora via libera a corpi dipinti, palline da ping
pong con scritte che rotolano per le vie della città, palloncini
colorati e fermagli per capelli per distribuire volantini e
documenti, slogan cantati e cartelloni vivaci…Anche questo vuol
dire fare “cittadinanza attiva” e dissentire.
documentario fa parte di un progetto più ampio crossmediale,
composto da varie piattaforme (sito web, app per smartphone) con le
quali è possibile condividere contenuti, informazioni e iniziative.
E in occasione della distribuzione del film in Italia, Officine Ubu
lancia l’hashtag #iomiribello
che invita gli
utenti a raccontare il proprio gesto di ribellione quotidiana.