Festival SABIR: “Lampedusa dei popoli e delle culture del Mediterraneo”
1-5 ottobre 2014 – Isola di Lampedusa
Dal 1 al 5 ottobre, in occasione del primo anniversario della strage del 3 ottobre in cui morirono 368 persone e più di venti vennero date per disperse, si realizzerà a Lampedusa il Festival SABIR: Lampedusa dei popoli e delle culture del Mediterraneo. L’evento è promosso dall’associazione Arci, il Comune di Lampedusa e il Comitato 3 ottobre.
Molte saranno le iniziative e gli spettacoli culturali che si svolgeranno durante queste cinque giornate.
Durante la giornata del 4 ottobre si organizzerà l’incontro Internazionale: Migranti e Mediterraneo. Cinque saranno i workshop che si svolgeranno: la problematica delle frontiere e della prima accoglienza; la relazione tra migrazione ed sviluppo; la campagna L’Europa sono anch’io sui diritti dei migranti in Europa; il ruolo dei sindacati nella tutela e promozione dei diritti sociali e civili dei migranti nei paesi di transito e infine, la problematica dei migranti dispersi e deceduti durante il loro viaggio verso l’Europa.
In calce, il testo che prepara il workshop sulla tragedia delle persone migranti decedute o disperse durante il loro viaggio.
Il tentativo di questo incontro è quello di continuare a mettere maggiormente in rete tutte le associazioni impegnate su questa tematica affinché possa acquisire maggior forza la battaglia per fermare questo massacro, avere giustizia per le vittime e verità sulla sorte dei dispersi.
Invitiamo le associazioni a costruire questo processo e a partecipare al Festival SABIR.
Per maggiori informazioni sul festival: www.festivalsabirlampedusa.it
info@festivalsabirlampedusa.it
“Dobbiamo essere inclusivi, cercando di contenere i filo-questi e i filo-quelli,
dobbiamo sempre guardare più avanti,
dissolvere, non partecipare a questi conflitti”
Padre Paolo Dall’Oglio, luglio 2013
Una trentina di ospiti internazionali tra blogger, attivisti, artisti ed intellettuali parteciperanno a SABIRMAYDAN, il primo forum della cittadinanza mediterranea il prossimo 28 settembre a Messina. Organizzato dal COSPE e realizzato grazie al crowdfunding, SABIRMAYDAN vuole configurarsi come “una vera e propria agorà in cui preparare il Mediterraneo di domani, per costruire le condizioni e mettere in piedi gli strumenti per l’integrazione tra i popoli della regione, culla delle civiltà d’Oriente e d’Occidente”. Moltissimi i temi: diritti umani, giustizia sociale, libertà d’espressione, diritti delle donne, l’arte come strumento di cambiamento sociale; per il programma completo ecco il link
http://www.cospe.org/sabir-maydan-in-prova
SABIRMAYDAN è dedicato al gesuita Padre Paolo Dall’Oglio e al blogger egiziano Alaa Abd El Fattah che, è stato rilasciato su cauzione il 12 settembre scorso dopo un lungo sciopero della fame e una mobilitazione internazionale a suo favore, tra cui Amnesty International. Alaa era stato condannato a 15 anni di reclusione per aver organizzato la manifestazione “No ai processi militari per i civili” nel novembre 2013 con le accuse di “aggressione a forze di sicurezza”, “furto di una radio della polizia”, “blocco dell’accesso alle strade” e “interruzione del lavoro delle istituzioni nazionali”.
WORKSHOP SABATO 4 OTTOBRE
MIGRARE PER VIVERE! FERMIAMO LA STRAGE!
Per un osservatorio sui migranti dispersi nel viaggio verso l’Europa
“Migrare per vivere, fermiamo la strage” era il titolo dato alla Seconda Giornata d’Azione Globale contro il razzismo e per i diritti dei migranti realizzata contemporaneamente in molti paesi il 18 dicembre del 2012. Ventidue anni prima, in quella stessa data, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottava la Convenzione Internazionale sulla Protezione dei Diritti dei Lavoratori Migranti e dei Membri delle loro Famiglie documento non ancora sottoscritto da nessun paese del “nord” del mondo.
La giornata d’Azione Globale, decisa a Quito nel IV Forum Sociale Mondiale delle Migrazioni nel 2010, aveva come obiettivo denunciare la strage che tutti i giorni accade lungo le frontiere e le rotte migratorie, luoghi punteggiati da fosse comuni e tombe, luoghi in cui migliaia di persone migranti scompaiono nel nulla lasciando i loro famigliari nell’angoscia dell’incertezza.
Il Mar Mediterraneo è un esempio di questo. Da antica frontiera naturale tra l’Europa e il Maghreb ora è diventato un cimitero marino. Più di ventimila persone ne sono morte negli ultimi vent’anni e di molte altre non si hanno notizie. Il naufragio delle cosiddette “carrette del mare” è diventato la normalità. Il tutto sotto gli occhi delle navi militari presenti nella regione, delle Pattuglie di Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere.
L’isola di Lampedusa è diventata simbolo di questa tragedia. Lampedusa porta dell’Europa, porta della vita come la chiamano i migranti, ma anche luogo di tombe senza nome.
A luglio 2012, a Monastir, in occasione della riunione preparatoria del Foro Sociale Mondiale a Tunisi e della iniziativa Boat4People si realizzò un primo momento di incontro tra associazioni europee ed africane che da anni denunciano questa tragedia e le famiglie dei migranti tunisini dispersi dopo la rivoluzione di dicembre 2010 con l’obiettivo di favorire la messa in rete e la comunicazione in merito a questa problematica.
Sempre a Monastir, nel 2014, durante la Terza edizione del Forum Maghreb Migrazioni si è realizzato un secondo incontro, su questa stessa problematica, nel quale è stata sottolineata l’importanza del conoscere e mettere in relazione le realtà che esistono dei parenti dei migranti dispersi o deceduti (in particolare nel nord africa ma non solo).
Il workshop che si realizzerà il 4 ottobre a Lampedusa durante il Festival SABIR vuole rappresentare una tappa in più di questo percorso.
Vogliamo continuare a favorire l’unità tra chi nel sud e nel nord del Mediterraneo reclama giustizia per i/le migranti deceduti e dispersi. Vogliamo poter contribuire ad unificare maggiormente gli sforzi per denunciare l’eccidio che si consuma tutti i giorni nel Mediterraneo e di cui sono responsabili, in primis, gli Stati Europei a causa delle loro politiche anti-immigrati tramite le quali pretendono “preservare” la fortezza Europa.
Vogliamo ribadire ancora che finché ci saranno persone decedute o disperse nel loro viaggio migratorio ci saranno una madre, un padre, una sorella, un fratello, un amico/a, un compagno/o che esigeranno verità e giustizia!
Hanno confermato finora la loro partecipazione:
Associazione «Terre pour tous» – Tunisia (associazione dei parenti dei migranti scomparsi)
Maghreb
Comitato Nuovi Desaparecidos – Italie
Archivio Migrante – Italie
RAJ – Egitto
Plus d’information sur l’atelier: Edda Pando (Arci – Italie) eddapando@gmail.com