La fabbrica del panico, incontro pubblico con l’autore
10 ottobre, alle ore 19.00, si terrà un incontro pubblico con
Stefano Valenti, autore del romanzo La
fabbrica del panico, edito
da Feltrinelli e vincitore del premio Campiello – Opera prima.
Spazio Tadini, Via Jommelli, 24 (MM 2 Piola, MM1 Loreto). L’incontro
è a cura dell’Associazione per i Diritti Umani.
la fabbrica e preparava il corpo con meticolosa accuratezza al
grande evento, il momento fatale della separazione.”
Il libro
Una valle severa. In mezzo, il
lento andare del fiume. Un uomo tira pietre piatte sull’acqua. Il
figlio lo trova assorto, febbricitante, dentro quel paesaggio. è lì
che ha cominciato a dipingere, per fare di ogni tela un possibile
riscatto, e lì è ritornato ora che il male lo consuma. Ma il male
è cominciato molto tempo prima, negli anni settanta, quando il
padre-pittore ha abbandonato la sua valle ed è sceso in pianura
verso una città estranea, dentro una stanza-cubicolo per dormire,
dentro un reparto annebbiato dall’amianto. Fuori dai cancelli
della fabbrica si lotta per i turni, per il salario, per ritmi più
umani, ma nessuno è ancora veramente consapevole di come il corpo
dell’operaio sia esposto alla malattia e alla morte. Lì il
padre-pittore ha cominciato a morire. Il figlio ha ereditato un
panico che lo inchioda al chiuso, in casa, e dai confini non
protetti di quell’esilio spia, a ritroso, il tempo della fabbrica,
i sogni che bruciano, l’immaginazione che affonda, il corpo
subdolamente offeso di chi ha chiamato ‟lavoro” quell’inferno.
Ci vuole l’incontro con Cesare, operaio e sindacalista, per uscire
dalla paura e cominciare a ripercorrere la storia del padre-pittore
e di tutti i lavoratori morti di tumore ai polmoni. È allora che il
ricordo diventa implacabile e cerca colori, amore, un nuovo
destino.
Dai primi romanzi di Paolo Volponi nessuno è riuscito a
‟entrare” in fabbrica con la potenza, il nitore, la stupefazione
di Stefano Valenti, e quello che sembra un mondo perduto torna come
il rimosso infinito della sopraffazione.(Dal
sito www.Feltrinelli.it)
Stefano
Valenti ha tradotto numerosi libri sia di narrativa sia di saggistica
per diverse case editrici (fra cui Questo
non è un Manifesto di
Michael Hardt e Antonio Negri, Feltrinelli, 2012 e Invecchiando
gli uomini piangono
di Jean-Luc Seigle, Feltrinelli, 2013). Ha ancora pubblicato con
Feltrinelli La
fabbrica del panico
(2013), il suo primo romanzo, vincitore del Premio Campiello Opera
Prima 2014. Per i “Classici” ha tradotto Germinale
(2013) di Émile Zola e Il
giro del mondo in ottanta giorni (2014)
di Jules Verne.