Per i 43 studenti uccisi in Messico
per i Diritti Umani vi invita a leggere e poi a firmare il seguente
appello, per la memoria di quei 43 studenti ammazzati in Messico e
per i loro familiari. Ricordiamo cosa è accaduto: la notte del 26
settembre un gruppo di studenti si sono impossessati di tre autobus
per protestare, la polizia locale ha aperto il fuoco contro i
manifestanti e ha ucciso uno studente. Nelle ore successive, mentre
gli studenti denunciavano l’accaduto, un gruppo armato li ha
attaccati. Allo stesso tempo un altro gruppo ha aperto il fuoco
contro un autobus che trasportava una squadra di calcio, uccidendo un
giocatore. È stato dimostrato che le armi usate dal commando erano
della polizia.
è stata lanciata da Amnesty: www.amnesty.it
dell’istituto per maestri di Ayotzinapa scomparsi il 26 settembre a
Iguala sono stati uccisi e bruciati e i loro resti gettati in un
fiume, Amnesty International ha accusato il procuratore generale del
Messico, Jesus Murillo Karam, di non aver evidenziato le complicità
del governo in questa tragedia.
Le indagini sono state limitate e
incomplete e non hanno messo in luce la radicata collusione tra lo
stato e la criminalità organizzata, che spiega le gravi violazioni
dei diritti umani che hanno luogo in Messico.
Il sindaco di
Iguala, il principale imputato per la sparizione dei 43 studenti, è
stato a lungo sospettato di corruzione e gravi crimini. Nel giugno
2013 un sopravvissuto a un attacco contro otto attivisti aveva
accusato il sindaco di aver preso direttamente parte all’azione, nel
corso della quale tre degli attivisti furono uccisi. Il
sopravvissuto fornì un resoconto dettagliato, che fu consegnato a
un notaio per paura della corruzione della polizia. Il procuratore
dello stato di Guerrero non indagò sulla sua denuncia e, nonostante
le schiaccianti prove contro il sindaco, l’indagine è stata chiusa
nel maggio 2014.
Nel corso delle ricerche sui 43 studenti
scomparsi il 26 settembre a Iguala, nella zona sono state rinvenute
19 fosse comuni. Finora sono state arrestate 74 persone. Durante
l’attacco agli studenti, sono state uccise sei persone.
Quarantatré
studenti scomparsi risultano ancora dispersi dopo che la polizia ha
aperto il fuoco contro di loro e dopo essere stati attaccati da
sconosciuti a Iguala, stato di Guerrero. Ventotto corpi, non
identificati, sono stati ritrovati in una fossa comune vicino a
Iguala; la ricerca delle persone scomparse continua.
I 43
studenti non sono stati ritrovati dalla loro sparizione, il 26
settembre nella città di Iguala, nello stato di Guerrero, nel
Messico meridionale. Circa 25 di loro erano stati arrestati dalla
polizia municipale, mentre gli altri sono stati rapiti da uomini
armati non identificati che hanno operato con l’acquiescenza delle
autorità locali, poche ore dopo. Tutti gli studenti scomparsi sono
vittime di sparizione forzata.
Il 5 ottobre funzionari dello
stato di Guerrero hanno ritrovano sei fosse comuni nei pressi di
Iguala, a quanto pare a seguito di informazioni fornite da alcuni
dei 22 agenti della polizia municipale attualmente in stato di
arresto. Almeno 28 corpi sono stati esumati, ma devono essere
effettuati esami medico-legali per identificare i cadaveri. Non è
ancora chiaro se si tratta degli studenti rapiti. Sulla base
di una petizione dei rappresentanti di parenti delle vittime,
esperti forensi internazionali indipendenti stanno aiutando nel
processo di identificazione.
L’Ufficio del procuratore
generale federale (Procuraduria General de la República, Pgr) si è
assunto l’incarico di gestire l’indagine sulle fosse comuni e
l’identificazione dei cadaveri. Tuttavia, l’indagine sulle
sparizioni e sugli omicidi di altre sei persone, il 26 settembre –
tra l’altro funzionale a determinare dove siano i 43 studenti –
rimane all’Ufficio del procuratore generale dello stato di Guerrero,
nonostante le accuse di possibili legami con gruppi criminali e la
sua ripetuta incapacità di svolgere indagini efficaci su gravi
violazioni dei diritti umani.
La gravità di queste
sparizioni forzate e omicidi, associata al coinvolgimento del
crimine organizzato, è sufficiente perché la Pgr rivendichi la
competenza su questi casi, ma finora non è riuscita a farlo.