Presentazione libro “Sulle onde della libertà” per le scuole
PER I DIRITTI UMANI
per le classi terze medie la presentazione del libro “Sulle onde
della libertà” di Nicoletta Bortolotti edito da Mondadori
chiamo Mahmud e abito in un posto che dicono terra di tutti e di
nessuno.
O anche prigione a cielo aperto. Ma il suo vero nome è
Gaza City. Ho un’unica passione, un unico sogno, un’unica fissa: il
surf.”
Mahmud vive a Gaza City, una città colpita ogni
giorno dai bombardamenti, e adora il surf. Anche Samir adora il surf.
Ma il primo è palestinese e l’altro israeliano. Ma che differenza
fa? Hanno tutti e due gli stessi sogni e aspettano tutti e due la
stessa onda da cavalcare. E non importa se quell’onda sarà
israeliana o palestinese…
Bortolotti,
nata in Svizzera, vive in provincia di Milano. Lavora come redattrice
e ghost writer nell’editoria per ragazzi, e ha firmato diversi
libri di successo per adulti, tra i quali E qualcosa rimane
(Sperling&Kupfer). Mamma di due bambini trova il tempo di
scrivere in treno, che è la sua “casa viaggiante”.
presente l’autrice per un dibattito con insegnanti e alunni
l’incontro: Alessandra Montesanto, Vicepresidente dell’Associazione
per i Diritti Umani
volontario di 2 euro
informazioni e prenotazioni peridirittiumani@gmail.com
La nostra intervista all’autrice:
Quando e perchè nasce l’idea di questa storia?
L’idea si è fatta strada nella mia mente circa tre anni fa, quando correggendo un altro libro per lavoro (sono redattrice di libri per ragazzi nella redazione Mondadori) e dovendo fare delle ricerche su Internet, mi sono imbattuta per caso nella storia di Doc Paskowitz, un maestro di surf che negli anni ’70 fece arrivare sulla Striscia di Gaza delle tavole nuove affinché i giovani palestinesi e israeliani potessero divertirsi e sfidarsi sulle onde.
Poi ho scoperto che in questa lingua di terra i ragazzini adorano fare surf e la cosa mi ha molto colpita, vista la drammatica condizione che si trovano a vivere tutti i giorni. Ho pensato al concetto di resilienza, cioè a come i giovani possano subire traumi inimmaginabili conservando, nonostante tutto, la voglia di lottare, di vivere, di divertirsi e raccontarsi barzellette, di fare sport.
Però, all’inizio, temevo di non essere in grado di raccontare una storia tanto lontana dalla mia realtà… Ci ho provato.
Quanto è importante far conoscere la situazione di alcune popolazioni ai bambini e ai ragazzi italiani?
Moltissimo. Mi sono resa conto, per esempio, documentandomi, che si sa veramente poco su come vivono davvero i bambini nella Striscia di Gaza, e ancor meno ne sanno i nostri bambini. Non solo i più giovani sono continuamente esposti al rischio delle mine, delle bombe e delle mitragliatrici, ma anche a quello delle malattie, causate per esempio dalla mancanza di acqua potabile e dal blocco al confine degli aiuti umanitari. Il mare poi è uno dei più inquinati al mondo, una sorta di fogna a cielo aperto… Eppure i ragazzi cavalcano le onde sulle tavole da surf proprio in queste acque, perché dicono, cito una frase di “Sulle onde della libertà”, “il mare è l’unica terra in cui siamo liberi.” Ma il discorso potrebbe essere esteso a migliaia di altre situazioni e zone del mondo dove i diritti dei bambini vengono continuamente calpestati.
Recentemente guardavo con i miei figli una trasmissione alla tv dove un bambino indiano raccontava che il padrone della fabbrica tessile in cui lavorava (e i cui abiti vengono rivenduti in Europa a prezzi esorbitanti), se lui si assentava, lo “appendeva” dopo avergli cosparso il corpo di acqua e zucchero in modo che mosche e formiche gli si attaccassero… Forse sarebbe il caso di guardare meglio le etichette degli indumenti che compriamo?
Le è capitato di leggere il suo libro nelle scuole e – in caso affermativo – quali sono state le domande che le hanno posto gli studenti?
Gli studenti mi tempestano sempre di domande. E’ straordinario ascoltare bambini di quarta, quinta elementare o ragazzini di prima e seconda media e scoprire la profondità delle loro osservazioni: si chiedono se loro sarebbero in grado di rischiare la vita per un amico, come Mahmud e Samir, i protagonisti del libro, si chiedono cosa significa accarezzare un’onda o cosa significano per loro la paura e la libertà. Si chiedono qual è la differenza fra la guerra in un videogioco (Mahmud e Samir sono appassionati di gameboy) e la guerra vera. Ma mi pongono anche molte domande sulla scrittura, sulle tecniche per inventare una buona storia che coinvolga e mi raccontano che anche loro scrivono e hanno una storia nel cassetto. E poi sono sorprendentemente interessati alle questioni pratiche ed economiche legate all’oggetto-libro: il copyright, i diritti nel caso in cui un ghost writer scriva per un calciatore, i soldi delle vendite dopo la morte di un autore…
Quali sono i valori che possono essere veicolati dallo sport?
Il gioco di squadra, il rispetto per l’avversario, la lealtà, la competizione pacifica. Nei miei incontri con i ragazzi li faccio parlare molto dei vari sport che praticano: chi fa basket, calcio, nuoto, danza… E dico loro che se alcuni capi di Stato potessero governare secondo le regole che i bambini imparano e mettono in pratica tutti i giorni nello sport, forse ci sarebbero meno conflitti nel mondo e meno ingiustizie…
Da chi sono realizzate le illustrazioni, nel testo, e che come le avete preparate?
Dal bravissimo Fabiano Fiorin, che ha avuto l’idea di mettere in copertina i due surfisti che reggono una sorta di aquilone coi colori della pace. Ha creato dei disegni freschi, pieni di movimento, dei personaggi simpatici e trendy, ma non troppo “californiani”…
Prima si preparano le matite, cioè i disegni al nero, poi ci si rivolge a un coloritore per colorarli al computer. Il coloritore che ha colorato i disegni di “Sulle onde della libertà” è Michele Frigo, che in casa editrice cura insieme a me, fra gli altri, i libri di Ben 10.