Il calendario rom contro i pregiudizi
Pochi sanno che in Italia almeno 4 rom e sinti su 5 (130 mila uomini, donne e bambini) vivono “mimetizzati” in abitazioni convenzionali, svolgendo regolare lavoro e conducendo una vita che non ha nulla di diverso dall’esistenza di una qualsiasi famiglia, italiana o straniera, che vive sul territorio italiano.
È a loro che l’Associazione 21 luglio ha scelto di dedicare il nuovo Calendario 2015, nell’intento di smontare i soliti stereotipi e pregiudizi verso rom e sinti.
Il Calendario 2015 vuole scattare una fotografia della condizione lavorativa e occupazionale delle comunità rom e sinte in Italia. Dietro ogni scatto c’è un volto, una storia, una speranza. Ma soprattutto c’è un desiderio di inclusione e una volontà a “portare onestamente a casa un pezzo di pane,” come più di qualcuno ci ha tenuto a raccontare.
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Donne che chiedono l’elemosina con i figli in braccio, coppie di anziani che rovistano dentro i cassonetti, uomini che trascinano carrelli carichi di materiale ferroso. E’ questa l’istantanea che appare nell’immaginario collettivo dei cittadini delle metropoli italiane quando si vuole associare l’universo rom all’attività lavorativa.
Pochi sanno che in Italia almeno 130 mila rom e sinti vivono “mimetizzati” in abitazioni convenzionali, svolgendo regolare lavoro, pagando le tasse e conducendo una vita che non ha nulla di diverso dall’esistenza di una qualsiasi famiglia, italiana o straniera, che vive sul territorio italiano.
Il Calendario 2015 dell’Associazione 21 luglio vuole scattare una fotografia della condizione lavorativa e occupazionale delle comunità rom e sinte in Italia. Dietro ogni scatto c’è un volto, una storia, una speranza. Ma soprattutto c’è un desiderio di inclusione e una volontà a “portare onestamente a casa un pezzo di pane,” come più di qualcuno ci ha tenuto a raccontare.