Linee guida OCSE e cooperazione
integrare le Linee Guida OCSE nella cooperazione allo sviluppo
italiana?
In
breve, l’OCSE e le Nazioni Unite hanno sancito che, al fine di
rispettare i diritti umani (ma riteniamo che ciò valga anche per le
clausole ambientali, la responsabilità sociale, i diritti del
lavoro, il contrasto alla corruzione) ogni impresa deve fare tre
cose:
Adottare un documento di policy che includa un impegno
formale a rispettare tali diritti e standard internazionali;
Metter
in atto un sistema di processi interni (di dimensione e
sofisticazione adeguata all’attività dell’impresa) che
garantiscano che l’impresa rispetta tali diritti e
standard;
Prevedere o prendere parte agli opportuni meccanismi
rimediali.I regolamenti attuativi della Legge 125/2014 dovrebbero
quindi richiedere a tutte le imprese che vogliono partecipare ai
programmi della cooperazione allo sviluppo italiana di preparare due
tipi di rapporti di pubblico accesso che dimostrino l’applicazione
delle Linee Guida OCSE. Il primo, da pubblicare prima della decisione
di eleggibilità al finanziamento dell’iniziativa di cooperazione
allo sviluppo, dovrebbe includere:
Un documento di policy in cui
l’impresa si impegna a rispettare i diritti umani e del lavoro, le
clausole ambientali e a contrastare ogni forma di corruzione;
Una
descrizione dei processi interni che garantiranno che l’impresa
rispetterà tali diritti e impegni nel lavoro svolto per la
cooperazione allo sviluppo;
Una descrizione degli opportuni
meccanismi rimediali che l’impresa attiverà, o a cui l’impresa
parteciperà.Il secondo tipo di rapporti, da pubblicare a intervalli
regolari o alla fine dell’attività, dovrebbe includere:
Una
descrizione di come hanno funzionato o non, durante il lavoro, i
processi interni dedicati a fare in modo che l’impresa garantisse
il rispetto dei diritti umani e degli altri impegni assunti (con una
schema standard);
Una descrizione di come hanno funzionato o non
gli opportuni meccanismi rimediali che l’impresa ha attivato, o cui
ha partecipato (con una schema standard).
Migliori
pratiche in altri paesi
Un
esempio utile a livello Europeo è offerto dal Governo olandese. Lo
“Strumento Commercio e Industria” (OS
bedrijfsleveninstrumentarium) è un’iniziativa che garantisce
sussidi alle imprese olandesi che conducono attività che
contribuiscono allo sviluppo del settore privato nei paesi in via di
sviluppo. Lo Strumento richiede esplicitamente che le imprese
partecipanti debbano seguire procedure di due diligence basate sulle
Linee Guida OCSE.
Altri
esempi sono offerti dalla giurisdizione statunitense, come il Dodd
Frank Act e la disciplina sugli investitori in Birmania. Una parte
del Dodd Frank Act richiede a tutte le imprese che usano minerali
provenienti dalla Repubblica Democratico del Congo di preparare un
rapporto che descriva le procedure di due diligence che sono messe in
atto per assicurare che l’approvvigionamento di queste materie
prime non contribuisca al conflitto nel paese. Gli Stati Uniti
richiedono anche a tutti coloro che investono almeno $500,000 in
Birmania (o che investono nel settore estrattivo Birmano) di
preparare un rapporto che descriva le procedure di due diligence che
sono messe in atto per assicurare che queste investimenti non abbiano
impatti negativi sui diritti umani. Entrambi questi requisiti sulla
Repubblica Democratico del Congo e sulla Birmania si basano sui
Principi Guida delle Nazioni Unite come modello per la due diligence.