Io non mi dissocio da niente
Metref (https://collettivoalma.wordpress.com/)
dell’amica Igiaba Scego su Internazionale. “Non in mio nome”
Cara Igiaba,
Capisco le tue paure. In questi
giorni saremo messi sotto torchio e le prossime campagne elettorali
saranno fatte sulla nostra pelle. I xenofobi di tutta Europa vanno
in brodo di giuggiole per la gioia e anche gli establishment
europei che non hanno risposte da dare per la crisi saranno contenti
di resuscitare il vecchio spauracchio per far rientrare le pecore
spaventate nel recinto.
Da ogni parte ci viene chiesto di
dissociarci, di scrivere che noi stiamo con Charlie, di condannare,
di provare che siamo bravi immigrati, ben integrati, degni di vivere
su questa terra di pace e di libertà.
Ebbene anche se ovviamente
condanno questo atto come condanno ogni violenza, non mi dissocio da
niente. Non sono integrato e non chiedo scusa a nessuno. Io non ho
ucciso nessuno e non c’entro niente con questa gente. Altrettanto
non possono dire quelli che domani dichiareranno guerra a qualcuno
in nome di questo crimine.
Tu dici: “Oggi mi hanno
dichiarato guerra. Decimando militarmente la redazione del giornale
satirico Charlie Hebdo mi hanno dichiarato guerra. Hanno usato il
nome di dio e del profeta per giustificare l’ingiustificabile. Da
afroeuropea e da musulmana io non ci sto.”
Io con questa gente sono in guerra
da 30 anni. Li affrontavo con i pugni all’epoca dell’università
e con la parola e con gli atti da allora e fino a oggi. Sono 30 anni
che li combatto e sono 30 anni che il sistemi della Nato e i suoi
alleati li sostengono regolarmente ogni 10 anni per fomentare una
guerra di qua o di là.
Anche io sono come dici
Afroeuropeo, sono originario da un paese a maggioranza musulmana ma
non mi considero musulmano non sono praticante, non sono credente.
Ma anche io non ci sto. Non ci sto con questi folli, non ci sto
quando lo fanno a Parigi ma non ci sto nemmeno quando lo fanno a
Tripoli, Malula o a Qaraqush. Non ci sto con loro e non ci sto con
chi li arma un giorno e poi li bombarda il giorno dopo. Non ci sto
in questa storia nel suo insieme e non solo quando colpisce il cuore
di questa Europa costruita su “valori di convivenza e pace”.
Perché dico che questa Europa deve essere costruita su valori di
pace e convivenza anche altrove, non solo internamente (ammesso che
internamente lo sia).
Tu dici che questo non è Islam.
Io dico che anche questo è Islam. L’Islam é di tutti. Buoni o
cattivi che siano e come di ogni religione ognuno ne fa un po’
quello che vuole. La adatta alle proprie convinzioni, paure,
speranze e interessi. Nelle prossime ore, i comunicati di moschee e
centri islamici arriveranno in massa, non ti preoccupare. Tutti (o
quasi) giustamente si dissoceranno da questo atto criminale. Qualche
altro Abu Omar sparirà dalla circolazione per non creare imbarazzo
a nessuno. La lega e altri avvoltoi ci mangeranno sopra questa
storia per mesi, forse per anni. E noi ci faremo di nuovo piccoli
piccoli, in attesa della fine della tempesta. Come abbiamo fatto
dopo quelli attentati (forse) commessi da quella rete che la Nato
aveva creato per combattere una loro sporca guerra.
Loro (i potenti) creano mostri poi
quando li si ritornano contro, noi dobbiamo chiedere scuse e
dissociarci e farci piccoli. A me questo giochino non interessa più.
Non chiedo scusa a nessuno e non mi dissocio da niente. Io devo
pretendere scuse. Io devo chiedere a questi signori di dissociarsi,
definitivamente, non ad alternanza, da questa gente: loro amici in
Afghanistan poi nemici, amici in Algeria poi nemici, amici in Libia
poi non ancora nemici lì ma nemici nel vicino Mali, amici in Siria
poi ora per metà amici e per metà nemici… Io non ho più
pazienza per questi macabri giochini. Mando allo stesso inferno sia
questi mostri sia gli stregoni della nato e dei paesi del golfo che
li hanno creati e li tengono in vita da decenni. Mando tutti in
inferno e vado a farmi una passeggiata in questa notte invernale che
sa di primavera… speriamo non araba.
Un fraterno abbraccio