Primo marzo 2015: una giornata senza di noi
per i Diritti Umani parteciperà alla manifestazione che si terrà a
Milano in occasione del prossimo Primo
marzo – Una giornata senza di noi
e condividerà i contributi con i suoi lettori.
pubblichiamo anche noi l’appello per l’edizione di quest’anno
lanciato da Rete Primo Marzo:
Dal 2010 la giornata del Primo
Marzo rappresenta un momento di riflessione e impegno contro le
discriminazioni e lo sfruttamento nei confronti dei migranti.
Esistono dei diritti, che valgono per tutti gli esseri umani che non
possono essere differenziati o negati sulla base di confini
territoriali o di appartenenze etniche, culturali e religiose.
La
difesa e la tutela di questi diritti è premessa fondamentale nella
costruzione di una società capace di riconoscere la dignità e
l’autodeterminazione delle persone e il valore del dialogo come
elemento fondante dell’evoluzione culturale, civile ed
economica.
La crisi degli ultimi anni, invece di spingere le
istituzioni a ripensare le politiche e la legislazione in materia di
immigrazione, nel senso di una maggiore inclusione e di sostegno per
i deboli, sembra avere indotto immobilismo e ulteriori chiusure. Ciò
ha contribuito a accrescere diseguaglianze e disagio e, quindi, la
distanza tra le diverse culture e tra i lavoratori che pure
contribuiscono, ogni giorno, alla tenuta della nostra economia e del
nostro sistema previdenziale. La ricattabilità a cui rimangono
esposti i lavoratori stranieri, a causa del legame tra permesso di
soggiorno e contratto di lavoro, come è noto, favorisce lo
sfruttamento, il caporalato, con ricadute che riguardano anche i
lavoratori non stranieri, costretti ad accettare un rilancio al
ribasso delle condizioni contrattuali.
Ma non è restringendo il
riconoscimento dei diritti di cittadinanza e della persona che si
promuove una convivenza civile e pacifica. Mentre la paura spinge
all’isolamento e mina la coesione sociale, la garanzia dei diritti
e il sostegno e la cura delle relazioni sociali costituiscono
l’unico strumento attraverso cui realizzare una più soddisfacente
qualità della vita per tutti.
A partire da queste
considerazioni, richiamiamo ad una riflessione sulle politiche di
accoglienza, chiedendo l’istituzione di corridoi umanitari per
consentire ai migranti di raggiungere l’Europa senza mettere a
repentaglio la vita e senza rivolgersi ai trafficanti di uomini.
Chiediamo, inoltre, l’abrogazione del Regolamento di Dublino; la
chiusura dei CIE e una riformulazione dell’intero sistema di
accoglienza che garantisca il rispetto dei diritti dei richiedenti
asilo ed eviti che l’attuazione dei piani di accoglienza si
trasformi in un business.
E’ necessario che la politica tenga
conto delle trasformazioni in atto nella nostra società sia in
termini demografici sia economici, e che riconoscano il valore
rappresentato dalla straordinaria mobilità umana che sta
caratterizzando la nostra epoca. E’ per questo che, auspichiamo
anche una legge che riconosca la cittadinanza per tutti i figli di
migranti nati e cresciuti nel nostro Paese.
In dettaglio, le
nostre richieste sono:
1. Una revisione della legislazione in
materia di immigrazione centrata sul rispetto della persona e sulla
partecipazione;
2. Una legge sullo ius soli che riconosca il
diritto di cittadinanza alle seconde generazioni, la cui
formulazione sia almeno in linea con gli altri paesi europei;
3.
Il diritto di voto amministrativo per gli stranieri residenti;
4.
Tutela e garanzia dei diritti dei lavoratori stranieri e contrasto
ad ogni forma di sfruttamento anche attraverso una più piena ed
efficacia ricezione della direttiva europea (52/2009);
5.
Abolizione dei dispositivi di monitoraggio e di controllo del
Mediterraneo privi di obiettivi umanitari (come Triton);
6.
Instaurazione dei corridoi umanitari e revisione della legge
sull’asilo politico ispirata a principi di solidarietà ed
accoglienza effettiva e di trasparenza di gestione;
7. Chiusura
dei CIE così come attualmente concepiti e riformulazione in termini
di luoghi di facilitazione del percorso di accoglienza e indirizzo
verso le destinazioni di possibile inclusione dei profughi;
8.
Impegno e diffusione per una informazione oggettiva e completa sui
temi dell’immigrazione;