L’ appello per il riconoscimento delle etnie Rom e Sinta
aprile, “Giornata internazionale del popolo rom”, inizia la
campagna per la legge di iniziativa popolare per il riconoscimento
della minoranza rom e sinta contemporaneamente in tutta Italia. Il
comitato promotore è costituito da rom e sinti depositari della
proposta di legge e da personalità e forze politiche e sociali che
sostengono la necessità di riconoscere la minoranza rom e sinta come
passo fondamentale per contrastare la discriminazione e favorire
l’inclusione sociale e culturale della nostra comunità.
APPELLO
Rom e Sinti sono la più grande minoranza europea – oltre 12 milioni distribuiti in tutti i Paesi; non hanno una terra di riferimento, neppure l’India delle lontane origini, non hanno, come altre minoranze, rivendicazioni territoriali, quindi non hanno mai fatto guerre per rivendicare una patria, non hanno sedi di rappresentanza, sono cittadini del luogo nel quale vivono. Rappresentano quindi il perfetto popolo europeo, ma ciononostante sono il popolo più discriminato d’Europa.
In Italia sin dal 1400 Rom e Sinti sono la minoranza storico-linguistica più svantaggiata e più stigmatizzata nonostante gli obblighi internazionali e comunitari dell’Italia e gli interventi di numerose organizzazioni internazionali, tra cui il Consiglio d’Europa, l’OSCE e l’Unione europea. In Italia Rom e Sinti sono circa 150.000, oltre metà cittadini italiani, ma ciononostante continuiamo ad essere considerati fondamentalmente come “estranei” e “nomadi”. Il “nomadismo” moderno è piuttosto rappresentato dall’essere ancora un popolo che vive ai “confini”, non solo fisici, nel tentativo di costruire dei rapporti di pacifica convivenza e di mantenimento della propria identità, che consiste anche in una concezione di vita, che si può anche definire uno stato dell’anima, un modo di vedere il mondo, lo spazio e il tempo che non si possono omologare.
Anche per questa “irriducibilità” all’omologazione, le amministrazioni pubbliche non hanno mai fatto una politica che non fosse quella del contenimento e della marginalizzazione delegandone la gestione al privato sociale. Eppure la partecipazione di rom e sinti alla vita collettiva con il proprio contributo umano e culturale è fondamentale per superare l’esclusione, la marginalizzazione di un popolo che ha attraversato secoli di discriminazione fino allo sterminio razziale e che non deve rimanere confinato nei ghetti fisici e spirituali, nei quali troppo spesso viene relegato destinandolo all’assistenza e non alla propria responsabilità.
La proposta di legge di iniziativa popolare “NORME PER LA TUTELA E LE PARI OPPORTUNITA’ DELLA MINORANZA STORICO-LINGUISTICA DEI ROM E DEI SINTI “ presentata da 14 cittadini italiani in rappresentanza di 47 associazioni rom e sinte il 15 maggio 2014 presso la Corte di Cassazione vuole realizzare gli articoli 3 e 6 della Costituzione che prevedono la pari dignità sociale e l’eguaglianza davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di etnia, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali; la tutela di tutte le minoranze storico-linguistiche con apposite norme; contrastare discriminazione e pregiudizio nei confronti della minoranza rom e sinta che sono causa della scarsa integrazione nella società e soprattutto della marginalizzazione sociale ed economica anche per il loro mancato riconoscimento istituzionale come minoranza.
Il disegno di legge di iniziativa popolare si articola in diversi punti:
la specifica tutela del patrimonio linguistico-culturale della minoranza rom e sinta, con istituti analoghi a quelli previsti dalla legge n. 482/1999 per tutte le altre minoranze (diritto allo studio e all’insegnamento della lingua, diffusione della cultura e delle tradizioni storico-letterarie e musicali);
l’incentivo e la tutela delle associazioni composte da Rom e Sinti, conforme alla libertà di associazione prevista dall’articolo 18 della Costituzione per favorire la partecipazione attiva e propositiva alla vita sociale, culturale e politica del Paese;
il diritto di vivere nella condizione liberamente scelta di sedentarietà o di itineranza, di abitare in alloggi secondo una pluralità di scelte secondo le norme della Convenzione-quadro per la tutela delle minoranze nazionali di Strasburgo dell’1 febbraio 1995, le raccomandazioni del Consiglio d’Europa, dell’OCSE e della Commissione europea e la Strategia nazionale d’inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Caminanti;
norme che sanzionino le discriminazioni fondate sull’appartenenza ad una minoranza linguistica in attuazione del principio costituzionale di eguaglianza senza distinzione di lingua e di etnia.
Chi condivide questo appello condivide la convinzione che il riconoscimento della minoranza rom e sinta, della sua storia, della sua cultura, insomma della sua identità consente di accogliere rom e sinti nella comunità più generale insieme con tutte le altre identità che costituiscono il nostro patrimonio nazionale.
Promotori della proposta di legge di iniziativa popolare:
Dijana Pavlovic, Davide Casadio, Saska Jovanovic, Ernesto Grandini, Manuel Solani, Cen Rinaldi, Yose Bianchi, Giorgio Bezzecchi, Concetta Sarachella, Donatella Ascari, Massimo Lucchesi, Carlo Berini, Paolo Cagna Ninchi, Alessandro Valentino
Adzovic
(mediatrice), Osmani
Bairan
(AIZO), Rita
Bernardini
(segretaria nazionale Radicali Italiani), Antun
Blazevic
(Associazione TheaterRom), Paolo
Bonetti
(Università Bicocca di Milano), Luca
Bravi
(storico), Marco
Brazzoduro
(Associazione Cittadinanza e Minoranze), Alberto
Buttaglieri
(SOS razzismo), Giuseppe
Casucci
(Dipartimento immigrazione UIL), Roland
Ciulin
(giornalista), Giuseppe
Civati
(parlamentare), Furio
Colombo
(giornalista), Giacomo
Costa
(Fondazione San Fedele), (Kurosh
Danesh
(Dipartimento immigrazione CGIL), Chiara
Daniele
(ricercatrice), Giancarlo
De Cataldo
(scrittore), Michele
Di Rocco
(campione europeo pesi leggeri), Roberto
Escobar
(Università Statale Milano), Paolo
Ferrero
(segretario Partito della Rifondazione comunista), Eleonora
Forenza
(europarlamentare), Mercedes
Frias (Associazione
Prendiamo la parola), Dori
Ghezzi
(Fondazione Fabrizio De André), Alfonso
Gianni (Fondazione
Cercare Ancora), Graziano
Halilovic
(Associazione Roma onlus), Laura
Halilovic
(regista), Selly
Kane
(Dipartimento immigrazione CGIL), Curzio
Maltese
(europarlamentare), Luigi
Manconi
(presidente Commissione straordinaria per la tutela e la promozione
dei diritti umani), Filippo
Miraglia
(ARCI), Moni
Ovadia
(autore-attore), Francesco
Palermo
(parlamentare), Marco
Pannella
(Presidente del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale
Transpartito), David
Parenzo
(giornalista), Loris
Panzeri
(GRT), Pino
Petruzzelli
(autore-attore), Marco
Revelli
(storico e sociologo), Paolo
Rossi
(autore-attore), Giuseppe
Sangiorgi
(Istituto Luigi Sturzo), Angela
Scalzo
(Dipartimento immigrazione UIL), Pietro
Soldini (CGIL
nazionale), Giovanna
Sorbelli
(Associazione EU Donna), Barbara
Spinelli
(europarlamentare), Santino
Spinelli
(docente, musicista), Gennaro
Spinelli (Associazione
FutuRom), Carlo
Stassolla
(Associazione 21 luglio), Voijslav
Stojanovic (Associazione
Nonsolorom), Vladimiro
Torre (Associazione
Them Romanò), Antonio
Tosi
(Politecnico di Milano), Elena
Valdini
(Fondazione Fabrizio De André), Tommaso
Vitale
(Direttore scientifico Master “Governing the Large Metropolis”
Sciences Po, Parigi), Alex
Zanotelli
(missionario comboniano), Alessandra
Montesanto (Associazione
per i Diritti Umani)
Giacomo
Costa
(Aggiornamenti
sociali),
Dario
Fo
(premio
Nobel)