Nigeria, vittoria del generale islamista Buhari: “Ora guarire le ferite del Paese” (da Rainews24)
Buhari ha vinto, anche Jonathan merita un riconoscimento: quelle del
2015 sono le prime elezioni nigeriane in cui il presidente uscente
accetta pacificamente di fare il passaggio di consegne. All’islamista
Buhari spetta ora il compito di battere, come promesso in campagna
elettorale, il Boko Haram e di raddrizzare un Paese corroso dalla
corruzione.
Jonathan è il primo presidente nigeriano ad accettare la sconfitta e
consentire un passaggio di consegne pacifico. “Il presidente
Jonathan e’ stato un rivale di valore e tendo a lui la mano in
amicizia” ha detto il vincitore, il generale Muhammadu Buhari
prima di dipingere il suo discorso con metafore per il futuro del
Paese: la Nigeria, ha detto, “deve guarire le sue ferite”.
Buhari presidente con il 53,9% La Commissione Elettorale della
Nigeria ha ufficializzato il voto: 53,9% per l’islamista Buhari, 72
anni, che si è conquistato 2,57 milioni di voti in più rispetto a
Goodluck Jonathan, debolissimo per il lungo periodo al potere e gli
scarsi risultati nella lotta al Boko Haram, che si è fermato al
44,9%. Agli altri 12 candidati una manciata di voti. Il significato
della vittoria di Buhari Le elezioni più complesse – e anche questa
volta bagnate del sangue degli elettori – sono state quelle dello
scorso weekend, per la Nigeria, a 16 anni dalla fine della stagione
dei colpi di Stato. Buhari – generale, islamista, che per un periodo
con la dittatura ha collaborato – ha contatto su un fronte di
opposizione a Jonathan per la prima volta compatto, sulla speranza
che la sua appartenenza religiosa, la sua influenza nelle regioni a
maggioranza araba e la formazione militare gli permettano di
contrastare il Boko Haram meglio di quanto non abbia fatto il suo
predecessore cristiano. Se nel 2011 (elezioni dalle quali è uscito
sconfitto) la sua sembrava una candidatura islamista, non credibile
proprio perchè potenzialmente sostenitore del Boko Haram, ora gli
equilbiri nigeriani sono cambiati e sembra essere l’uomo forte in
grado di estirparne la malapianta. Ora deve mantenere le altre
promesse elettorali: la lotta alla corruzione e alla disoccupazione,
crescita economica, un grande repulisti della macchina statale.