Gender. Il nuovo mostro
Maria G. Di Rienzo
(da comune-info.net)
Il
20 giugno, leggo, si terrà una manifestazione a Roma per difendere
i bambini da qualcosa che non esiste: l’ideologia gender (genere)
nelle scuole.
Il concetto di genere, purtroppo, nelle scuole italiane non c’è
ancora entrato e anche per questo si può turlupinare gente dal
fioco lume con la stronzata dell’ideologia gender. Il
genere non è un’ideologia, è un criterio di analisi che parte
dalla differenza sessuale fra uomini e donne e analizza i modi in
cui i loro ruoli sono socialmente costruiti. A cosa serve? A
trattare donne, uomini, bambine e bambini con meno violenza, a
garantire e rispettare i loro diritti umani, ad avere giustizia.
Ora,
io posso ripetere la pura e semplice realtà delle cose sino a
sgolarmi, ma ho scarsa audience e nessuno mi paga. Le persone che
sto per nominare, invece, le pago io – assieme al resto della
popolazione italiana, perciò:
se
l’onorevole
Giovanna Martelli, consigliera del presidente del consiglio dei
Ministri in materia di Pari Opportunità, non ha niente da dire al
proposito,
io voglio ad esempio sapere cosa ci faceva al Forum sul futuro
dell’uguaglianza di genere tenutosi a Bruxelles (Belgio) il 20 e
21 aprile scorsi. (Emma Bonino ha inviato un video-messaggio al
Forum: se sta un po’ meglio, ha qualcosa da dire?)
Presieduto
da Věra Jourová, Commissaria europea per la giustizia, la tutela
dei consumatori e l’eguaglianza di genere il Forum partiva con
questa premessa:
proiezioni stimano che, al tasso attuale di cambiamento, ci vorranno
almeno trent’anni per raggiungere l’obiettivo del 75% di donne
con un impiego in Europa, oltre 70 per far diventare l’eguaglianza
salariale realtà, oltre vent’anni per raggiungere un
bilanciamento di Genere nei consigli d’amministrazione delle più
grandi compagnie quotate in borsa e almeno 40 anni per assicurare
che il lavoro domestico sia equamente diviso fra donne e uomini”.
Sui
dieci seminari previsti per la prima giornata, sette contenevano nel
titolo la parola Genere. Durante la seconda giornata il lavoro era
concentrato sul “Costruire il prossimo livello della politica di
Genere europea” eccetera.
Perché,
se l’On. Giovanna Martelli non apre bocca per spiegare cos’è il
Genere e difendere le istanze relative, io vedo solo due motivazioni
possibili: 1) nonostante la partecipazione ad eventi internazionali
non ha ancora fatto mente locale sul significato del termine e
quindi non lo spiega perché non lo sa; 2) parlare potrebbe essere
disagevole, compromissorio, disturbante per il signore che è tenuta
a consigliare in materia di pari opportunità.
Forse,
allora, potrebbero dire qualcosa al proposito il ministro Paolo
Gentiloni e i direttori e vice direttori coinvolti nel Programma di
Cooperazione Fao
(Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e
l’Agricoltura)/Italia tramite la Direzione Generale per la
Cooperazione allo Sviluppo: Giampaolo Cantini, Fabio Cassese e Luca
Maestripieri. Perché? Semplicemente perché la Fao dichiara di
avere una politica di Genere:
di Genere è centrale per il mandato della Fao di raggiungere
sicurezza alimentare per tutti innalzando i livelli di nutrizione,
migliorando la produttività agricola e il maneggio delle risorse
naturali, e migliorando le vite delle popolazioni rurali.
L’eguaglianza di Genere non è solo un mezzo essenziale con cui la
Fao può eseguire il suo mandato, è anche un fondamentale diritto
umano” (2013)
Se
nemmeno costoro aprono bocca per spiegare cos’è il Genere e
difendere le istanze relative, credo che il motivo, qui, sia uno
soltanto: non lo sanno (perché forse non leggono i protocolli che
firmano).
Allora,
dovrebbero poterci dire qualcosa la ministra della Salute Beatrice
Lorenzin e la dottoressa Daniela Rodorigo, a capo della Direzione
generale della comunicazione e dei rapporti europei e
internazionali,
giacché sono in rapporto diretto con l’Organizzazione mondiale
della sanità, che ha una politica di Genere:
di Genere fa bene alla salute. Nessuno dovrebbe ammalarsi o morire a
causa della diseguaglianza di Genere. (…) Gli Stati membri
dell’Oms e gli accordi internazionali ribadiscono che le
differenze (fra uomini e donne) devono essere riconosciute,
analizzate e indirizzate tramite l’analisi di Genere e azioni di
Genere. Senza la dovuta attenzione all’eguaglianza di Genere i
servizi sanitari, i programmi, le leggi e le politiche avranno
effetti limitati”. (2010)
E
se anche in questo caso né la ministra né la dottoressa intendono
spiegare cos’è il Genere e difendere le istanze relative, io sono
incline a pensare che – come sopra – non sappiano di che si
tratta e che – come sopra – l’attenzione ai protocolli che
firmano sia un tantino superficiale.
Naturalmente,
mai quanto gli analfabeti di ritorno che (persino pagati da vari
portali) scrivono come “l’ideologia Gender gradualmente e
silenziosamente sta diffondendosi nelle scuole (…) nelle scuole si
stanno insinuando attività organizzate dalle lobby, volte a educare
la mente dei bambini sottoponendoli ad esperienze sessuali delle
quali i genitori sono tenuti all’oscuro. Queste attività vengono
promosse sotto forma di progetti mirati a combattere i fenomeni
delle discriminazioni e del bullismo ma in realtà mirano a
realizzare dei programmi di sessualità e di affettività con il
fine di consentire ai bambini di vivere esperienze nuove e capaci di
mutarne il pensiero fin dall’età evolutiva.” Un’età cui
l’autrice deve evidentemente ancora giungere: il suo pensiero è
davvero involuto. D’altronde, è
molto chiaro che Parlamento Europeo, Fao e Oms sono costituti da un
branco di ideologi gender
il cui fine è sottoporre i figli della signora confusa ad
esperienze sessuali…
Il
bollettino meteo, in occasione della manifestazione del 20 contro il
Nulla, prevede (citazione letterale) “risentimenti e rallentamenti
al traffico”. Viva l’Italia, però io voglio emigrare.