La Carta delle donne: letteratura, cibo e donne
fine aprii il cancello e lentamente, con la cartella in mano, varcai
il portone e, mentre salivo verso il primo piano, mi arrivò un
leggero odore che stava attraversando varie porte di legno e qualche
tramezzo e che si trascinava lungo le scale. (…) Qualunque cosa
fosse successa, non era così brutta da impedire che mia madre
facesse la tortilla di patate del venerdì”. I ricordi della
romanziera spagnola Clara Sánchez, ne L’odore
dei venerdì, una delle
novelle dell’antologia culinario-sentimentale che prende spunto
dalla “ricetta del cuore” che fa parte di “WE –
Women for Expo”, un progetto realizzato dal ministero degli
Esteri e la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, con guide
d’eccezione: Federica Mogherini, presidente; Emma Bonino, presidente
onorario; Marta Dassù, presidente esecutivo.
Lo
scorso 6 giungo è stata presentata a Expo il documento-manifesto
“Women for Expo Alliance”, una “Carta di Milano”
al femminile contro lo spreco alimentare, per il rafforzamento del
loro ruolo nell’agricoltura mondiale; un documento che suggella
l’alleanza tra le donne di tutti i paesi partecipanti
all’Esposizione nella lotta alla fame. Il docuemnto è stato
introdotto alla presenza di Michelle Bachelet, primo presidente
donna cileno, e, dopo
la conferma ufficiale da parte della Casa Bianca, Michelle Obama.
La
premessa della ‘carta delle donne’ è che loro siano maggiormente
consapevoli, più degli uomini, di quanto l’alimentazione sia un
diritto universale e siano più brave dei maschi a preparare,
conservare e riciclare le risorse naturali. “Le donne
costituiscono ancora la maggioranza di coloro che lavorano la terra
nei paesi emergenti, ma sono invisibili. Non hanno accesso al
credito né, a volte, al diritto di proprietà”, dicono le
organizzatrici. Secondo i dati della FAO – l’Organizzazione delle
Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura – il 43% della
forza lavoro globale agricola è costituita da donne, raggiungendo
la fascia del 50%-70% nell’Africa subsahariana (Mozambico), le
stesse zone, con l’Asia occidentale, dove si concentra anche la
fame. “Ogni donna è depositaria di pratiche, conoscenze e
tradizioni legate al cibo, alla capacità di nutrire e nutrirsi, di
prendersi cura. Non solo di se stesse, ma anche degli
altri”.
Scaricabile gratuitamente dal sito, arriva
l’ebook Novel of the World,
opera corale dedicata al nutrimento del corpo e della mente,
scaricabile gratuitamente dal sito. 424 pagine, che vede la
partecipazione di 104 scrittrici, provenienti da 100 Paesi, che
hanno raccontato in 28 lingue la loro “ricetta del cuore”.
Dal farsi all’italiano, dall’armeno al bosniaco, dal lettone al
mongolo. E poi, le lingue europee e anglosassoni, il cinese, il
russo. Il mondo diventa un romanzo e alle autrici, che hanno
partecipato senza scopo di lucro, regalando il loro racconto,
mettendoci, nella maggior parte dei casi, qualcosa di personale: un
ricordo, una confessione, una storia di famiglia.
Tra le autrici
ricordiamo: Sánchez , Amélie Nothomb e Banana Yoshimoto. La
Sánchez racconta , nella già citata ricetta, la tortilla di
patate, specialità di sua madre, che aveva una capacità rara di
saltarla in padella. La tortilla era preparata il venerdì, mentre
l’autrice tornava da scuola, e la consumavano tutti insieme di sera,
in terrazza, tranne un giorno: suo padre aveva avuto un infarto e la
mangiarono attorno al suo letto. Basta una frittatina per raccontare
il terrore che si prova da bambini davanti alla malattia di un
familiare. La Nothomb parla di sé nel racconto La
fame è un’Arte sulle
parole che salvano la vita e sulla necessità che l’artista sia
sempre affamato di successo e ispirazione. Con un retroscena
autobiografico: l’autrice accenna al periodo in cui soffriva di
anoressia, quando provava piacere a uccidere se stessa, superato
grazie alla scrittura. La Yoshimoto con Quello
che nutre l’anima,
rievoca, al pari della Sánchez, la malattia del padre: il
ristorante vicino l’ospedale è quello in cui andavano tutti e
quattro, comprese la madre e sua sorella, a mangiare gli spaghetti
di soia.