Giovani rom, sinti e non rom presentano il loro Manifesto per un’Italia unita e libera dei ghetti: «Vogliamo essere attori di un cambiamento».
Si chiude in Senato la Convention Primavera Romanì promossa dall’Associazione 21 luglio
«Siamo giovani rom, sinti e non rom, italiani e stranieri. Molti di noi vengono da una storia di disagio, soprusi ed esclusione, ma non ci siamo fermati e non ci fermeremo. Sogniamo per l’Italia un risveglio di umanità».
Lo scorso 21 settembre 2015, in Senato, 25 giovani rom, sinti e non rom provenienti da tutta Italia hanno presentato un Manifesto in cui descrivono l’Italia nella quale vorrebbero vivere e attraverso cui chiedono alle istituzioni un deciso cambio di direzione relativamente alle questioni del disagio abitativo, a partire dal superamento dei “campi rom e dei ghetti, dell’istruzione, del lavoro e delle opportunità per i giovani. Questioni che non riguardano solo le comunità rom e sinte, ma tutte le categorie di persone che oggi nel nostro Paese sono svantaggiate e oggetto di discriminazione.
Il Manifesto è frutto di una tre giorni di studio e riflessioni, alla quale i giovani hanno partecipato dal 19 al 21 settembre a Roma: la Convention Primavera Romanì, una iniziativa promossa dall’Associazione 21 luglio nell’ambito del suo programma di promozione della cittadinanza attiva all’interno delle comunità rom e sinte in Italia.
«Quello che accade oggi è un evento epocale per il nostro Paese e una opportunità preziosa che si pone davanti alle istituzioni nazionali e locali. Per la prima volta, giovani rom, sinti e non rom decidono di unire le forze e di scrivere insieme una nuova pagina per l’Italia – afferma l’Associazione 21 luglio -. Chiedono che in Italia non vi sia più spazio per l’odio, l’intolleranza e la ghettizzazione verso i più deboli e avanzano proposte concrete per affrontare questioni decisive per un futuro diverso per la nostra società».
«L’aspetto più importante – sottolinea ancora l’Associazione 21 luglio – è che questi giovani non rivendicano diritti per i soli rom e sinti, ma per tutti. La loro voce rappresenta un esempio di unione e solidarietà che troppo spesso la politica nostrana tende ad accantonare alimentando divisioni e tensioni sociali».
La Convention Primavera Romanì ha preso avvio con il messaggio di auguri del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «La presenza attiva di giovani rom e sinti rappresenta un elemento fondamentale nel cammino paziente verso forme sempre più efficaci di integrazione e inclusione – sono le parole del Capo dello Stato -. La consapevolezza piena dei propri diritti, unitamente alla conoscenza dei propri doveri nei confronti della società e dello Stato, è un passo indispensabile per far cadere diffidenze e pregiudizi reciproci e assicurare un futuro di dialogo e di convivenza».
Nel corso della conferenza stampa, i giovani hanno presentato il loro Manifesto alla Commissione Diritti Umani del Senato, rappresentata dalla senatrice Manuela Serra, e al deputato del Partito Democratico Khalid Chaouki. È intervenuta anche la senatrice rom spagnola Silvia Heredia Martin, che ha raccontato la situazione dei rom in Spagna, dove vive quasi un milione di rom, contro i circa 180 mila presenti nel nostro Paese.
«Non accettiamo più che i nostri figli vivano in un paese di ghetti, separazioni, disuguaglianze, povertà, odio e razzismo, né oggi, né domani – sono le parole pronunciate dai giovani rom, sinti e non rom -.Vogliamo essere un esempio di società unita e libera, come l’Italia dovrebbe essere. Vogliamo essere attori di un cambiamento di cui tutti possano giovare. Un paese orgoglioso dei suoi valori, aperto verso i deboli, che consenta a ciascuno di essere apprezzato, amato e riconosciuto per le proprie passioni e qualità. Un’Italia che abbracci le differenze e si consideri fortunata per la ricchezza di tutte le culture che la compongono».