L’ ISLAM NUDO: verso una “Umma dei consumatori”?
di Monica Macchi
Nel
libro di Lorenzo Declich,
L’Islam nudo (edito
da Jouvence), l’Islam inserito nella globalizzazione si trova
a convivere con le regole dell’economia di mercato che
spingono per orientarlo verso fattori identitari. Si cercano di
cancellare differenze inevitabilmente insite in un universo che
conta più di 1 miliardo e 600.000 persone creando un nuovo
immaginario in cui viene meno la tradizionale dimensione
comunitaria a favore dell’individualismo capitalista.
Dall’etichettatura halal, ai cosmetici, alle app islamiche
con gli orari delle preghiere o le parti del Corano da leggere
durante il Ramadan, fino alla finanza islamica e
all’architettura (interessante la parte sulla Mecca dove è
stato costruito il secondo grattacielo più alto al mondo o
sulle “meraviglie” di Dubai) l’identità islamica viene
ridefinita in una individualizzazione dell’esperienza
religiosa. Ma mentre la guerra fredda era caratterizzata dalla
lontananza dicotomica “noi/loro” separati addirittura da
una “cortina di ferro”, la separazione tra mondo islamico e
non-islamico segue linee più complesse. Tradizionalmente la
cultura islamica distingue tra dar al-Islam (i territori che
sono sottoposti all’imperio politico e giuridico dell’Islam), e
dar al-harb (tutti gli altri). Ma già da tempo le migrazioni,
e in misura minore, le conversioni hanno fatto venir meno
questa dicotomia ed è stata proposta la categoria intermedia
di dar al-amn, cioè un territorio in cui i musulmani, si
ritrovano ad essere minoranza. E se da un punto di vista
teologico-giuridico si stanno rivisitando le fonti scritte per
restare fedeli alla propria coscienza religiosa in un contesto
legislativo laico (è stata creata la categoria di “islam
europeo” di cui Tariq Ramadan è considerato il più
autorevole esperto, ancora più ascoltato e considerato
controverso in quanto nipote di Hasan al Banna, il fondatore
dei Fratelli Musulmani in Egitto. Per chi volesse approfondire
queste tematiche ecco il link al sito personale di Ramadan in
costante aggiornamento http://www.tariqramadan.com/)
da un punto di vista economico vivere l’Islam in una terra
non islamica va a cambiare gli stili di vita dei singoli
musulmani ma anche dei convertiti che spesso non hanno un
profondo background religioso. Ecco quindi che i musulmani
diventano il target dell’emergente mercato borghese globale
che da un lato corrode la dimensione religiosa mistificandola
in sterili e pericolosi stereotipi che identificano
arabi-musulmani-terroristi come fossero sinonimi, dall’altro
li blandisce
rendendoli
docili consumatori facilmente manipolabili.