Barbara Spinelli denuncia l’operazione di rimpatrio di venti donne nigeriane potenziali vittime di tratta
eurodeputato al Parlamento Europeo GUE/NGL denuncia l’operazione di
rimpatrio di
venti donne nigeriane potenziali vittime di tratta effettuata
il 17 settembre a
Roma.
Bruxelles,
15 ottobre 2015
Dopo
il rimpatrio forzato di circa venti donne nigeriane vittime di
tratta, avvenuto il 17 settembre a Roma, BarbaraSpinelli ha
inviato una lettera di denuncia al Viminale, all’agenzia europea
Frontex e, per conoscenza, all’Ombudsman e al sottocomitato Onu
contro la tortura.
donne soggette a procedura di rimpatrio facevano parte di un gruppo
di sessantanove nigeriane soccorse in mare, sbarcate a Lampedusa e
Pozzallo e condotte nel Centro di Identificazione ed Espulsione di
Ponte Galeria (Roma) il 23 luglio scorso. Tutte avevano dichiarato di
aver subito violenza dall’organizzazione Boko Haram, o di essere
state comprate da trafficanti per poi essere vendute sul mercato
europeo della prostituzione. Tutte avevano subito ricatti psicologici
e molte portavano il segno di cicatrici, ustioni e torture inflitte
dai loro aguzzini per essersi ribellate.
maggior parte aveva fatto richiesta di protezione umanitaria e
ricevuto un diniego da parte della Commissione territoriale, contro
il quale gli avvocati avevano presentato ricorso.
rimpatrio del 17 settembre è stato programmato nonostante fossero in
corso le pratiche per la sospensione del diniego e – cosa ancor più
grave – è stato eseguito malgrado il contemporaneo pronunciamento
del Tribunale di Roma, prontamente comunicato alla Questura dagli
avvocati della Clinica Legale dell’Università di Roma 3.
Nonostante la pressione esercitata dagli attivisti nell’aeroporto di
Fiumicino, una sola donna nigeriana cui era stata concessa dal
Tribunale la sospensione dell’esecutività del rimpatrio è stata
fatta sbarcare. Almeno altre due destinatarie di un ordine analogo –
notificato alle 13.43 dagli avvocati alla Questura di Roma, dunque
ben prima che l’aereo lasciasse il territorio italiano, alle 15.30
circa – sono state rimpatriate, contravvenendo alla pronuncia del
Tribunale.
stesso giorno, sono stati emessi altri dodici provvedimenti di
sospensione.
chiesto di conoscere le modalità, la pianificazione e i
responsabili dell’esecuzione dei provvedimenti di allontanamento
forzato, i relativi costi e il personale impiegato nell’operazione,
il numero esatto delle persone rimpatriate e le motivazioni per ogni
singolo caso, con specifico riferimento all’effettiva salvaguardia
del diritto alla difesa e alle ragioni per cui non si è ritenuto di
attendere l’esito delle richieste di sospensione del rimpatrio.
lettera si chiede se l’aereo decollato da Roma per Lagos fosse un
volo charter coordinato da Frontex con altri Stati membri, se una
squadra dell’Agenzia si trovasse effettivamente nel centro da dove
è partita l’operazione, come riportato da testimoni, e, in questo
caso, con quali compiti e mandato.
chiede infine come Frontex intenda garantire la trasparenza nelle
procedure – in
particolare l’accesso agli organi della giurisdizione nazionale per
salvaguardare il diritto a un ricorso effettivo (sancito dall’art.
13 della Convenzione Europea a salvaguardia dei diritti dell’Uomo e
dall’art. 13 del Regolamento frontiere Schengen e come prescritto
nel Return
Handbook della
Commissione europea)
– in
caso di respingimento alla frontiera.
lettera si sottolinea il ruolo di garanzia e controllo che deve
essere svolto dalle associazioni della società civile, che sempre
più vengono invece tenute all’oscuro delle operazioni di
rimpatrio, malgrado i ripetuti richiami da parte dell’Ombudsman e
gli impegni dichiarati dall’agenzia Frontex.