Gruppo GUE/NGL vota contro la Relazione d’Iniziativa Prevenzione della radicalizzazione e del reclutamento di cittadini europei da parte di organizzazioni terroristiche
19 ottobre 2015
Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni
(LIBE) del Parlamento europeo ha votato a favore la Relazione
d’Iniziativa Prevenzione
della radicalizzazione e del reclutamento di cittadini europei da
parte di organizzazioni terroristiche,
redatta dalla deputata francese del Partito Popolare Europeo Rachida
Dati.
Gruppo GUE/NGL ha presentato 95 emendamenti alla versione iniziale
della Relazione e ha lavorato, nel corso di tutto il processo che ha
portato a questo voto, a stretto contatto con varie ONG che operano
nel settore dei diritti fondamentali.
Spinelli, Relatore Ombra per il Gruppo GUE/NGL, ha dichiarato:
delle nostre linee rosse sono purtroppo state integrate nel testo
finale, come la richiesta di un maggiore controllo dei confini
esterni dell’Unione, il rafforzamento delle Agenzie europee quali
EUROPOL, la richiesta di una piena cooperazione con i paesi terzi,
inclusa la Lega Araba, nonché l’impegno a lavorare verso la
finalizzazione, entro la fine dell’anno, della Direttiva sul PNR
europeo. Per il nostro Gruppo è altresì problematico l’approccio
adottato riguardo alla prevenzione della radicalizzazione su
internet, che prevede una responsabilità legale in capo alle società
di internet e ai gestori di servizi di cooperare con le autorità
degli Stati Membri al fine di cancellare i contenuti illegali su
internet nonché il compito, per tali società, di promuovere, in
cooperazione con le autorità, narrative positive. A cui si aggiunge
la richiesta rivolta agli Stati Membri di istituire un’Unità
Speciale volta a facilitare l’individuazione e l’eliminazione dei
contenuti illegali su internet.
ogni caso il nostro Gruppo ha conseguito vari successi, come quello
sull’introduzione di misure di prevenzione, tra cui i programmi
educativi nelle prigioni volti al reinserimento dei detenuti e i
programmi di supporto per i lavoratori in prima linea, finanziati
attraverso investimenti sociali a lungo termine da parte degli Stati
Membri. Abbiamo inoltre ottenuto miglioramenti riguardo al ruolo
della scuola e dell’istruzione come strumento per prevenire la
radicalizzazione attraverso la promozione di corsi di tolleranza e
diritti umani, e abbiamo affrontato i fattori socio-economici che
conducono a emarginazione chiedendo investimenti in progetti sociali
e di vicinato volti a combattere l’emarginazione economica e
geografica.
riusciti infine ad ottenere l’adozione di una serie di richieste
rivolte agli Stati Membri, ad esempio quella di implementare
diligentemente gli strumenti dell’Unione Europea contro la
discriminazione e adottare misure efficaci per affrontare la
discriminazione, l’incitamento all’odio e i reati di odio, nonché
incoraggiare gli Stati Membri ad adottare azioni immediate contro il
sovraffollamento delle carceri, che continua ad essere un grave
problema in molti Stati Membri.
concludere, siamo riusciti ad evidenziare nel rapporto che una
strategia per contrastare l’estremismo, la radicalizzazione e il
reclutamento di terroristi all’interno dell’UE può funzionare solo
se si sviluppa in parallelo ad una strategia di integrazione,
inclusione sociale, reinserimento e de-radicalizzazione dei
cosiddetti “combattenti stranieri rimpatriati”».