Una nonna di “Plaza de Mayo” ritrova la nipote desaparecida
Una bella notizia arrivata proprio la scorsa vigilia di Natale, il 24 dicembre 2014: Clara Anahi era stata portata via da un commando della polizia e di militari, durante la dittatura argentina, quando aveva solo tre mesi di vita. Era stata strappata ai suoi genitori, Diana Teruggi e Daniel Mariani, che vivevano a La Plata e che furono entrambi uccisi.
Dopo trentanove lunghissimi anni, Maria Isabel “Chicha” de Mariani – la nonna di Clara e una delle fondatrici de “Le madres de Plaza de Mayo” – è riuscita a ritrovare la nipote, con tanta tenacia e tanta fatica.
La signora Mariani ha raccontato che la mamma di Clara venne uccisa durante l’assalto alla casa, insieme ad altri quattro giovani. Il padre, che in quel momento non si trovava nell’abitazione, venne catturato e ucciso qualche mese più tardi. Il sequestro avvenne nel 1976, l’anno dell’ultimo colpo di stato dei militari in Argentina. Nonna “Chicha” Mariani è anche una delle leader storiche dei movimenti di difesa dei diritti umani argentini. Nel 2010 aveva aperto un conto Facebook inserendo i dati relativi alla nipote che cercava e fotografie dei genitori. Clara è il 120mo nipote trovato in questi anni dalle «Abuelas», le nonne di Plaza de Mayo.
Riportiamo un brano tratto dal celebre e bellissimo libro di Massimo Carlotto, intitolato Le irregolari. Buonos Aires Horror Tour (edizioni E/O)
“ Quel giovedì in Piazza de Mayo c’era un bel sole caldo di fine inverno. La polizia in tenuta antisommossa era attestata discretamente nelle vie circostanti. Le Madri e le Nonne marciavano lentamente intorno al monumento all’indipendenza, tenendo ben stretto il bavero del cappotto. Sentivano ancora il gelo dell’acqua degli idranti che le aveva gettate a terra nella loro piazza, appena una settimana prima.
Nei loro occhi non c’era la minima traccia di paura: quella l’avevano perduta molti anni prima quando un ufficiale aveva creduto di farle scappare a gambe levateordinando alle sue truppe di prendere la mira e loro, tutte insieme, avevano gridato ‘Fuoco!’, coprendo di ridicolo quell’esercito senza onore. I loro sguardi, invece, erano pieni di rabbia per la consapevolezza che dopo oltre mille giovedì Palza de Mayo poteva di nuovo essere violata da quelle stesse forze dell’ordine che avevano assassinato i loro figli e rapito i loro nipoti.
Tamburi e slogan solidali annunciarono l’arrivo dei sindacati e degli studenti. Quando li vidi, pochi e tutti giovani, a parte qualche spruzzo qua e là di capelli bianchi, mi resi conto per la prima volta che era proprio vero che la generazione degli anni Settanta era stata sterminata. I pochi superstiti si tenevano stretti a quelle donne dai fazzoletti bianchi che al collo portavano appese sbiadite fotografie…
…Ben presto mi resi conto che si respirava un’atmosfera particolare, densa, quasi palpabile, struggente, devastante e irreale allo stesso tempo. Poi capii: l’intensità dell’amore con cui le madri pensavano ai loro figli scomparsi li rendeva in qualche modo presenti. Fu un momento di grande emozione”.