America latina: diritti negati. Buon anniversario Amnistia Reagan
di Mayra Landaverde
Quest’anno l’IRCA( Immigration Reform and Control Act), conosciuta come Simpson-Mazzoli Act o più semplicemente Amnistia Reagan, compie 30 anni.
L’ultima sanatoria che il governo statunitense abbia fatto.
Questa legge prevedeva che i datori di lavoro richiedessero la documentazione necessaria al lavoratore per comprovare lo status migratorio, rendeva illegale il fatto di assumere consapevolmente persone senza permesso di soggiorno e per legalizzare gli immigrati senza documenti nel settore agricolo, ma soprattutto la legge dava la possibilità di regolarizzare la propria situazione migratoria a tutte le persone entrate negli Stati Uniti prima del 1 gennaio 1982.
Allora si parlava di 4 millioni di stranieri che avrebbero potuto rientrare in questa amnistia.
In realtà, meno della metà ci sono riusciti.
I candidati erano tenuti a dimostrare che non erano colpevoli di crimini, che erano nel Paese prima del 1 gennaio 1982 e che possedevano una conoscenza minima sulla storia degli Stati Uniti, del governo e della lingua inglese. Cose semplici. Peccato che per un immigrato portato da un trafficante in suolo statunitense , rinchiuso in case fatte apposta, senza la minima possibilità di uscire tranne che per andare a raccogliere arance nei campi californiani, queste semplici cose, come parlare l’inglese per esempio, siano quasi impossibili da raggiungere.
E così quella amnistia non ha regolarizzato nemmeno la metà dei 4 millioni che attendevano la famosa “green card”. Comunque sia, è stata l’ultima sanatoria. In trent’anni.
Il presidente George H.W Bush ha esteso la legge dell’86 ai parenti figli e coniugi.
Tante sono state le proposte di riforme in materia d’immigrazione da allora, ma in sostanza non è cambiato nulla. Anche sotto il governo democratico di Barack Obama, nessuna riforma è stata portata avanti nonostante abbia promesso di farne. I repubblicani che nel 1986 hanno addirittura fatto una vera e propria sanatoria, sono gli stessi che ora minacciano e bloccano ogni tentativo di cambiare le leggi migratorie degli Stati Uniti.
Nel 2012 gli immigrati senza permesso di soggiorno erano undici milioni.
Di questi, otto millioni hanno un lavoro.
Il sessanta per cento risiede in Texas, California Florida e New York.
Il sette per cento dei bambini di età compresa fra i 5 e 15 anni avevano nel 2012 almeno uno dei genitori senza documenti. Il settantanove per cento di questi minori sono nati negli Stati Uniti.
Le principali riforme proposte dal governo di Obama sono: DACA per ragazzi che sono arrivati negli Stati Uniti prima di compiere 16 anni e prima di giugno 2007.
Parole in place per familiari diretti di cittadini statunitensi che siano arruolati nell’esercito.
E un ordine di priorità per le deportazioni.
La prima categoria permette di deportare le persone con precedenti penali (per appartenenza a gang o crimine organizzato), deportare persone che provano ad entrare illegalmente in suolo statunitense, deportare persone sospette di nessi con gruppi terroristici. La seconda permette di deportare persone con condanne di reati gravi, come per esempio la violenza domestica. E poi persone che abbiano fatto uso improprio dei loro visti o permessi di soggiorno. La terza categoria di deportazione comprende le persone che hanno già avuto ordinanze di deportazione dal 2014 in poi.
E già nei primi giorni di quest’anno nuovo si stanno verificando intensissime retate da parte dell’ICE ( Immigration and Customs Enforcement).
Questo 2016 quella sanatoria firmata da Reagan compie 30 anni, come gli anni che ho io, come gli anni che hanno i miei zii negli Stati Uniti senza aver avuto ancora la possibilità di avere il permesso di soggiorno. Mi chiedo quanti altri anniversari passeranno.