…E si discute del reato di immigrazione clandestina
di Veronica Tedeschi
“Il reato di immigrazione clandestina, che non serve a nulla, sarà tolto solo quando sarà chiaro il pacchetto del governo su questa normativa, con lo scopo di rendere più veloci i processi di espulsione e le norme contro chi delinque”.
Queste le parole di pochi giorni fa del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, il quale è convinto che non serva demagogia né buonismo esagerato perchè chi sbaglia deve andare via. L’Italia ha fatto tutte le riforme che in questi anni si erano solo promesse e bisogna continuare con gli sforzi per procedere con un cambiamento che andrà fatto con calma e tutti insieme.
Il governo italiano ha deciso di rimandare la decisione sulla depenalizzazione del reato di clandestinità che avrebbe dovuta essere approvata durante il Consiglio dei Ministri di metà gennaio. Le posizioni su questo delicato tema sono tante e la confusione tra i cittadini inizia ad essere molta. L’opinione pubblica è sicuramente turbata dai fatti degli ultimi mesi e molte volte, senza conoscere fatti e ragioni, la colpa viene data al clandestino.
Ma chi è il clandestino? E qual è il dettato dell’articolo 10 bis del Testo unico sull’immigrazione che si trova ora al centro dell’attenzione?
“1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, lo straniero che fa ingresso ovvero si trattiene nel territorio dello Stato, in violazione delle disposizioni del presente testo unico nonchè di quelle di cui all’articolo 1 della legge 28 maggio 2007, n. 68, è punito con l’ammenda da 5.000 a 10.000 euro. Al reato di cui al presente comma non si applica l’articolo 162 del codice penale. (…) 4. Ai fini dell’esecuzione dell’espulsione dello straniero denunciato ai sensi del comma 1 non è richiesto il rilascio del nulla osta di cui all’articolo 13, comma 3, da parte dell’autorità giudiziaria competente all’accertamento del medesimo reato. Il questore comunica l’avvenuta esecuzione dell’espulsione ovvero del respingimento di cui all’articolo 10, comma 2, all’autorità giudiziaria competente all’accertamento del reato. (…)”
Le domande da porsi su questo articolo sono molte, per esempio se questa norma sia un effettivo deterrente. Per analizzare questo aspetto è interessante osservare la pena pecuniaria prevista per questo reato: la sanzione per il reato di clandestinità è determinata in un’ammenda e nell’espulsione del clandestino.
La decisione di punire con un’ammenda porta tale fatto ad un livello di gravità minore in quanto, nell’ordinamento italiano, per le contravvenzioni è prevista un’ammenda, mentre per i delitti, considerati reati più gravi, una multa.
Quasi sempre i migranti clandestini sono nullatenenti, l’ammenda da pagare non è certamente uno scoglio per i clandestini e, inoltre, non sembra che l’introduzione del reato abbia portato ad un contenimento degli arrivi.
Altra questione importante è se tale articolo sia effettivamente costituzionale, dal momento che viene resa criminale una condizione e non un fatto specifico. Inoltre, le procure hanno un iter burocratico molto lungo per l’accertamento della clandestinità e la conseguente espulsione, tanto da bloccare le altre attività che la procura è tenuta a svolgere.
A tal proposito, il Capo della polizia Pansa ha espresso la sua posizione :”è preferibile che tale reato venga riformato con un meccanismo che renda più agevole la gestione degli immigrati illegali per gestire meglio l’attività investigativa. Il problema reale è che questo reato intasa l’attività delle procure. In questo momento è indispensabile che il nostro paese lanci qualche segnale dissuasivo, per far capire che stiamo gestendo il fenomeno dell’immigrazione in modo corretto con il rispetto delle regole nazionali e internazionali”.
È chiaro che l’Europa dovrebbe dare una posizione comune per migliorare la gestione dei flussi migratori che stanno colpendo le regioni del Sud in questi ultimi anni ma finchè questi segnali non arrivano è necessario guardare al proprio diritto interno, a cosa effettivamente possa bloccare questi ingressi illegali e a cosa serva per eseguire le inchieste sugli scafisti coinvolti.
Ancora, Rodolfo Sabelli, presidente dell’ Associazione Nazionale Magistrati, boccia il reato di immigrazione clandestina: “la riforma di questo articolo è volta ad eliminare una norma inutile e dannosa; e bisogna spiegare che la clandestinità è una contravvenzione punita con l’ammenda e mai nessuno straniero rinuncerà ad entrare illegalmente davanti ad una sanzione pecuniaria che non sarà in grado di pagare e che lo stato non è in grado di riscuotere” .
Ad oggi l’opinione pubblica, la politica e le istituzioni hanno idee disomogenee sul punto, la decisione finale spetterà al Consiglio dei Ministri quindi, non ci resta che attendere.