Bullismo e cyberbullismo: come difendersi
Chiara ha solo 12 anni e ha tentato il suicidio: si è lanciata dal secondo piano della sua abitazione, a Pordenone: è caduta sulla taparella del piano inferiore e poi a terra. E’ ricoverata, in serie condioni, presso unospedale di Udine. Chiara è una delle ultime ragazzine, insieme purtroppo a molti altri, ad essere stata vittima di bullismo e il suo gesto disperato ha ridato vita al dibattito sul tema.
Parolacce, insulti, prese in giro sia di persona sia sul web (cyberbullismo) minano l’identità fragile degli adolescenti che non si sentono affiancati da un gruppo, che perdono ancora di più la fiducia in se stessi e negli altri: nei coetanei, dai quali vorrebbero essere capiti, e nei adulti, dai quali vorrebbero essere protetti.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Istat sul bullismo, poi, pubblicato lo scorso dicembre, tra i ragazzi di età compresa tra i 14 e i 17 anni che usano cellulare e internet, il 5,9% ha denunciato di avere subìto ripetutamente azioni vessatorie tramite sms, mail, chat o social network. Vittime, più di tutti, sono le ragazze, il 7,1% contro il 4,6% dei ragazzi. Più di nove adolescenti su dieci usano un telefono cellulare, la metà usa un personal computer, sette su dieci usano Internet. Due ragazzi su tre, inoltre, ritengono che il cyberbullismo sia un fenomeno in crescita, dati che sono approssimati per difetto considerato che non tengono conto di chi non denuncia.
La scorsa settimana, in Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama, è stato approvato all’unanimità il Ddl 1261 ‘Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo. Al disegno di legge toccherà ora passare l’esame dell’aula. Ma per la senatrice Elena Ferrara (Pd), prima firmataria del testo, ha sottolineato che“è una legge non sanzionatoria, che non criminalizza il web, ma definisce il fenomeno del cyber bullismo che non è di per se un reato, anche se tali atteggiamenti si configurano in caso di stalking, minacce, diffamazione, molestie, diffusione materiale pedo-pornografico, furto d’identità, che invece sono perseguibili anche penalmente”.
Il testo precisa la definizione di cyberbullismo come “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, in- giuria, denigrazione, diffamazione e si intende altresì qualunque forma di furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica.”
Il disegno di legge, quindi, prevede la rimozione di contenuti offensivi dalla rete e social entro le 24 ore dal momento in cui è stato segnalato (ndr. l’indicazione potrà arrivare dagli utenti dai 14 anni in su, al di sotto di questa età sarà necessario il coinvolgimento di un genitore). Nel caso non ci fosse stata alcuna rimozione di contenuti entro il tempo stabilito, l’interessato può fare un reclamo/segnalazione al Garante della protezione dei dati personali, che entro 48 ore dal ricevimento della richiesta provvederà a operare secondo legge.
Per quanto riguarda il cittadino, verranno introdotte delle linee guida per l’educazione all’utilizzo dei ‘new media’ e l’adozione di un piano di educazione alla rete con percorsi informativi articolati per gli istituti scolastici.
La legge include, inoltre, lo stanziamento, “per le esigenze connesse allo svolgimento delle attività di formazione in ambito scolastico e territoriale e prevenzione e contrasto al cyberbullismo, di ulteriori risorse pari a 180.000 euro per l’anno 2014, 265.000 euro per l’anno 2015 e 220.000 euro per l’anno 2016”. Oltre alla predisposizione di un tavolo interministeriale permanente sul fenomeno coordinato dal Miur, al quale la Polizia postale e delle comunicazioni dovrà relazionarsi con cadenza semestrale.
In Italia non esiste un reato di cyberbullismo, così come non ne esiste uno per il bullismo in generale. “Un comportamento bullo – si legge sul sito dei Carabinieri – è un tipo di azione che mira deliberatamente a far del male o a danneggiare. Spesso è persistente, talvolta dura per settimane, mesi, persino anni ed è difficile difendersi per coloro che ne sono vittime. Alla base della maggior parte dei comportamenti sopraffattori c’è un abuso di potere e un desiderio di intimidire e dominare”.
Esiste, però, nel nostro Paese una rete antibullismo: Generazioniconnesse.it è il kit che il Ministero dell’Istruzione ha approntato a sostegno dei ragazzi minacciati dal cyberbullismo, che possono rivolgersi anche alla help line gestita da Telefono Azzurro (tel. 1.96.96; azzurro.it/chat) oppure rivolgersi all’Osservatorio contro il Bullismo.