America latina: i diritti negati. Sebben che siamo donne
di Mayra Landaverde
Qualche mese fa pubblicavo un articolo dal titolo Bollino rosso, che parlava di quanto è ancora pericoloso essere donna, specie in Latinoamerica. In questi giorni, dopo l’accaduto a Colonia, mi sono trovata a parlarne ancora con alcune amiche; siamo tutte diverse, paesi di provenienza differenti, diverse per età ecc. Credo che la nostra amicizia sia davvero tanto speciale proprio perché ognuna di noi ha delle esperienze di vita differenti e spesso troviamo occasioni in cui discutere e raccontarci.
Per i fatti di Colonia preferisco non esprimermi, non ho abbastanza informazioni e credo sia prudente essere ben consapevoli prima di buttar fuori delle opinioni.
Comunque questo mi ha fatto riflettere tanto.
Quanto siamo coscienti, ad esempio noi donne latinoamericane, della nostra condizione?
Ma soprattutto le donne che vivono ancora là. Mi chiedo se le mie amiche che sono rimaste a vivere nella mia città sappianoche il Messico è uno dei Paesi con il maggior numero di femminicidi al mondo. Sanno che in Messico ogni quattro minuti e mezzo una donna ( spesso giovanissima ) viene stuprata? Ogni quattro minuti e mezzo.
In altre occasioni ho già scritto sulle mie disavventure nel mio Paese: quando mi hanno confuso con una prostituta, quando i tassisti ci provavano insistentemente, quando le ragazze conosciute in discoteca mi raccontavano delle avances non gradite del capo ufficio.
Ma tutto questo, lo sanno che non è giusto? Che non deve essere così?
Tante delle mie compagne di scuola pensano che in Messico le donne siano libere perché possiamo votare e guidare o non ci fanno indossare il burqa!
Bene, anch’io lo pensavo. Finché non sono venuta a vivere in Italia.
E adesso che vivo in Italia ormai da 10 anni, so che nemmeno qui siamo messe tanto bene.
Secondo i dati ISTAT nel 2015 , il 35% delle donne nel mondo hanno subìto una violenza.
In Italia più di sei milioni di donne hanno subìto una violenza fisica o sessuale nella loro vita, di queste il 12% non ha fatto denuncia.
Sempre in Italia nel 2014 sono state uccise 154 donne. In Messico nel 2013 sono state assassinate 3.892 donne. Di tutti questi casi soltanto per il 20% c’è un’investigazione aperta. Il resto no. Il resto di queste donne è stato brutalmente ucciso e nessuno è in prigione per questo. Nessuno.
In Latinoamerica e i Caraibi il tasso di disoccupazione delle donne è del 9,1%, cioè 1,4 volte in più ia quello maschile e lo stipendio percepito è minore in tutte le categorie.
In Perù il 52% della popolazione maschile indigena ha un lavoro remunerato mentre soltanto il 30% delle donne, che svolgono lo stesso lavoro, vengono pagate.
Fra le donne quechua, l’84% lavora in condizioni di estrema precarietà.
Potrei andare avanti a scrivere di statistica, ma non servirebbe a nulla. L’unica cosa veramente utile è essere coscienti, consapevoli delle cose che ci stanno ancora accadendo in quanto donne!
Nel documentario “Narco cultura” di Shaul Schwarz in una scena girata fuori da un liceo, chiedono ad una ragazzina qual è il suo sogno: lei risponde che il suo sogno è diventare l’amante di un narcotrafficante, perché è bello stare a casa in vestaglia e tacchi alti a sniffare cocaina. E probabilmente lo farà sul serio e si farà anche picchiare e usare a piacimento da l trafficante in questione.
Ecco, la cosa veramente utile, oltre a leggere o scrivere delle statistiche scoraggianti, è questo. Arrivare a queste giovani donne e far capire che il corpo appartiene soltanto a loro stesse e nessuno può mai, in nessuna circostanza, costringerti a fare quello che non vuoi.