Hate crimes in Europe!: Come possiamo rimanere forti e sopravvivere? How can we remain strong and survive?
di Cinzia D’Ambrosi
I crimini d’odio spesso sono parte di una catena di causa ed effetto. Le interviste sottostanti ci permettono di entrare nel circolo vizioso che vede coloro senza permesso diventare sempre piu’ vulnerabili e, quindi, vittime di crimini d’odio.
‘Vengo dal Sudan e sono in Grecia da molto tempo. Mi sembra di essere in una grande prigione: non posso andare via, trovare lavoro e vivere una vita normale. Vorrei porre alla vostra attenzione la sofferenza. Non abbiamo una buona qualita’ di vita. Per mesi ho dormito in un parco, senza soldi, lavoro e un posto per vivere. Quando arrivi qui non c’e’ un sistema che ti metta al sicuro. Sono stato in prigione, maltrattato dalla polizia. Come possiamo rimanere forti e sopravvivere? Come possiamo essere trattati come essere umani?
Sono venuto qui per trovare un posto sicuro per me. Devo cercare di sopravvivere ed essere forte. Che cosa possiamo fare per sopravvivere? Questo Paese sembra un padre che picchia suo/a figlio/a. Loro (i figli) vogliono poter andare a destra o a sinistra, ma non viene data loro una possibilità di scelta. Molti sono costretti a commettere crimini,come rubare o vendere droga, perche’ non c’e’ altro modo per sopravvivere.’ M., Atene, Ottobre 2015.
‘Vengo dal Bangladesh. Sono in Grecia da tre anni e sono stato un anno e 2 mesi in prigione (centro di detenzione). Tutto e’ un grande problema. Non ho il permesso, non e’ vita. Vendo cappelli e vestiario per la strada. Guadagno dalle 5 alle 10Euro. Spesso vengo portato alla stazione di polizia, dove mii picchiano e, a volte, mi chiedono soldi per lasciarmi andare’. A., Atene, 2015
Foto: Cinzia D’Ambrosi
Caption: The informal Sudanese centre in Athens serves as a place for comfort and safety for the community.
Didascalia: Il centro informale dei rifugiati Sudanesi in Atene serve come un posto di conforto e protezione per la comunita’.
How can we remain strong and survive?
Hate crimes is often part of a chain of causes and effects. These interviews let us into the vicious circle of whom depending on a permit become more vulnerable to hate crimes.
‘I come from Sudan and I have been in Greece for some time now. I feel like I have been put into a big prison – I cannot leave, find a job and live a normal life.
I want to bring your attention to suffering. We have no quality of life. For months I slept in a park, no money, no place to live. When you get here, there is no system to make you safe. I have been in detention, maltreated, and victim of police violence. How can we be strong and survive? How can we live life like a human being?
I just wanted to find a place that it was safe for me. I must try to survive and be strong.
What can you do to survive? This country feels like a father that is slapping its own son/daughter. The son/daughter wants to go right or left but he is not given a choice. He is slapped constantly to go left and enter the wrong path. He/she is not given a choice. You are forced to go on one direction, which is to do things illegally for survival. If you don’t have money, cannot find work or place to live, some end up working illegally or doing crimes like stealing or even selling drugs. ‘ M., Athens, 2015.
‘I come from Bangladesh. I have been in Greece for the last 3 years and I have been 1 year and 2 months in prison. Everything is too much of a problem. I don’t have paper, this is not life. I sell hats, clothes on the street. I make 5 or 10 Euros a day. I am often taken to the police station. They beat me. Sometimes they ask me money to let me go.’ A., Athens, 2015
I crimini d’odio spesso sono parte di una catena di causa ed effetto. Le interviste sottostanti ci permettono di entrare nel circolo vizioso che vede coloro senza permesso diventare piu’ vulnerabili di diventare vittime di crimini d’odio.
‘Vengo dal Sudan e sono in Grecia da molto tempo. Mi sembra di essere in una grande prigione- non posso andare via, trovare lavoro e vivere una vita normale. Vorrei porvi alla vostra attenzione la sofferenza. Non abbiamo qualita’ di vita. Per mesi, ho dormito in un parco, senza soldi, lavoro e un posto per vive. Quando arrivi qui non c’e’ un sistema per metterti al sicuro. Sono stato in detenzione, maltrattato e vittima di violenza dalla polizia. Come possiamo rimanere forti e sopravvivere? Come possiamo essere trattati da essere umani?
Sono venuto qui per trovare un posto sicuro per me. Devo cercare di sopravivere ed essere forte. Che cosa possiamo fare per sopravvivere? Questo paese sembra di essere un padre che picchia il suo figlio/a. Loro vogliono poter andare a destra o a sinistra, ma non viene data a loro una scelta. Molti sono costretti a commettere crimini come rubare o anche vendere droga perche’ non vi e’ altro modo per sopravvivere.’ M., Atene, Ottobre 2015.
‘Vengo dal Bangladesh. Son in Grecia da 3 anni e sono stato un anno e 2 mesi in prigione (centro di detenzione). Tutto e’ un grande problema. Non ho il permesso, non e’ vita. Vendo dei cappelli, vestiario per la strada. Guadagno dalle 5 alle 10Euro. Spesso vengo portato alla stazione di polizia, Mi picchiano. Delle volte mi chiedono soldi per lasciarmi andare’. A., Athens, 2015
Caption: The informal Sudanese centre in Athens serves as a place for comfort and safety for the community.
Didascalia: Il centro informale dei rifugiati Sudanesi in Atene serve come un posto di comforto e protezione per la comunita’.