Elezioni in Iran: ne parliamo con Laura Silvia Battaglia
L’Associazione per i Diritti umani ha rivolto alcune domande alla giornalista Laura Silvia Battaglia sulle recenti elezioni in Iran. Ringraziamo molto Laura S. Battaglia. Qual è il ruolo dell’Iran nell’area mesopotamica? Il ruolo dell’Iran è assolutamente centrale e sempre di maggior peso, a mano a mano che il conflitto siriano vede una sempre maggiore e concreta ingerenza russa sul territorio, al fine di stabilirne un controllo. Non è un segreto per nessuno, infatti, che l’Iran,sostenendo gli alawiti e dunque il regime di Bashar al Assad abbia la necessità sia di fare quadrato con il vicino libanese (chiaramente con Hezbollah) che di estendere una supremazia regionale nel Mashreq, saldando il suo controllo della Siria con il controllo già ampiamente decretato in Iraq. Per riuscire pienamente in questo proposito non può fare altro che fornire un suo supporto militare (con le brigate Al-Quds e altre formazioni militari e para-militari sia al governo Assad che a quello di al-Abadi in Iraq per sconfiggere sia l’ormai abbastanza stabile Stato Islamico che altri gruppi combattenti di ispirazione qaedista in Siria (al-Nusra), sia movimenti di resistenza civile armatisi successivamente (Free Syrian Army), tutti comunque di ispirazione sunnita e afferenti all’asse politico Ankara-Ryad. La relazione sempre più stretta e congiunta con la Russia in ambito militare ha come effetto sia la volontà di opporsi all’asse citato, impegnandosi seppur non direttamente nella guerra in Yemen, sia quella di dimostrare ai Paesi della Lega araba che l’Iran può diventare la prima potenza regionale mantenendo mediamente saldi alcuni principi formali della sua politica estera molto cari alle popolazioni del Medio Oriente: l’odio verso Israele e l’odio verso l’America. Il nuovo spostamento in politica estera verso i Paesi europei e gli Stati Uniti, s’ha da vedere sostanzialmente come un ragionamento di opportunità in funzione della crescita economica del Paese e del suo peso politico nell’area; a livello internazionale ha la funzione di favorire un rafforzamento e una espansione come mai finora era stato concesso all’Iran a causa delle pesantissime sanzioni. Quali saranno i cambiamenti possibili in termini di diritti civili? Per il momento, gli iraniani hanno votato una linea politica che promette maggiore benessere, fine delle sanzioni, stabilità economica e ricchezza. Se quel che si promette è reale, ci sarà più denaro da spendere e più circolazione di merci e persone da e per l’estero, il che farà solo bene a una popolazione con una buona classe media, molto aperta a forme di metissage secolare e di ottima cultura generale, ai giovani e alle donne già scolarizzati, con posizioni di rilievo nella società locale. Certamente ci si potrà aspettare una pressione per la risoluzione di casi di ex oppositori politici oggi agli arresti (avvocati o attivisti della ex Onda Verde) e che potrebbero avere un iter giudiziario con una conclusione positiva dei processi a loro carico. Cosa potranno aspettarsi le donne a seguito delle elezioni? Se i riformisti riusciranno a dare seguito al programma elettorale ci si potrà aspettare maggiore apertura a candidature femminili in politica con (probabilmente) un maggiore freedom of speech sugli organi di stampa dei riformisti stessi. Ma ci si ricordi sempre che i riformisti hanno un fronte interno di oppositori molto agguerrito e che la Repubblica Islamica ha un unico vero garante che è l’ayatollah (attualmente Khamenei). Inoltre, che non si possono forzare i principi della giurisprudenza jafari che guidano le leggi e la società. Quindi, non ci aspettino né leggi sulla non obbligatorietà del velo, né riforme in giurisprudenza, dove la testimonianza di una donna in tribunale vale ancora la metà di quella di un bambino. Quali sono le relazioni diplomatiche tra Iran e Italia e quali le loro conseguenze? Relazioni ottime da moltissimi anni, diciamo pure da prima del 1979 e già da prima dell’imposizione dello scià Reza Pahlavi al governo dell’Iran dopo la rivoluzione abortita di Mossadeh. Non dobbiamo infatti dimenticare cosa c’era nella mente di Enrico Mattei, rispetto agli accordi da stringere con questo Paese in termini di mercato degli idrocarburi. Le conseguenze sono già investimenti da milioni di euro e di grande vantaggio che coinvolgono più di 300 aziende italiane in vari settori: idrocarburi, infrastrutture, automotive, siderurgico, manifatturiero, bancario, commerciale. Inoltre, al punto di vista strettamente culturale, l’Italia non ha mai abbandonato i rapporti con l’Iran, attraverso una buona politica di promozione, studio e conservazione dei siti archeologici e di tutto quel patrimonio culturale persiano di immenso valore storico. |