Massacro in Eritrea
di Gabriel Tzeggai (Archivio delle memorie migranti)
Tra i sostenitori del regime dittatoriale di Isaias Afewerki, coloro a cui rimane ancora un minimo di umanità e logica, non possono avere più motivo per sostenerlo. Essi dovrebbero unirsi alla nostra indignazione e denunciare insieme a noi questo ennesimo massacro perpetrato dal regime eritreo. I governi e i partiti europei che, ignorando le palesi e sistematiche violazioni di diritti umani di questo regime, hanno voluto comunque incoraggiarlo nelle sue politiche scellerate e si sono adoperati nel garantirgli ingenti fondi dell’Unione europea, non possono più fingere di non conoscere l’entità della sua ferocia.
Una ferocia che noi eritrei abbiamo conosciuto per più di due decenni e che domenica scorsa, 3 aprile 2016, si è mostrata in tutta la sua bestialità.
In questa data, soldati dell’esercito eritreo hanno aperto il fuoco contro delle giovani reclute e civili, uccidendo un numero ancora imprecisato di persone. Alcune fonti indicano 6 morti, tra cui una donna, e parecchi feriti.
Il fatto è successo mentre un convoglio di reclute, proveniente dal bassopiano occidentale e diretto verso Assab, transitava per Asmara. Appena arrivati nella prima periferia di Asmara, nella zona di Mai Temenai, due reclute sono saltate dal camion ma sono state immediatamente uccise.
Il convoglio, che viaggiava con precisi ordini di non fermarsi per alcun motivo, ha continuato il suo percorso ma appena arrivato nella zona centrale del mercato, altre reclute sono fuggite saltando dai camion. Le guardie hanno aperto il fuoco indistintamente contro i fuggiaschi e i civili che si trovavano là.
A rendere ancora più grave questo gesto criminale è stato il fatto che, seguendo gli ordini di non fermarsi per alcun motivo, uno degli autocarri è passato deliberatamente sopra il corpo di un giovane che, caduto saltando dal camion davanti, era rimasto privo di sensi.
La folla infuriata ha reagito scagliando pietre agli autocarri e durante lo scontro un automezzo della polizia che era intervenuta è stato distrutto.
Non si sa esattamente quanti siano i feriti. In seguito all’incidente, l’accesso all’ospedale Orota è negato al pubblico L’esercito ha effettuato delle perquisizioni a tappeto durante tutta la notte e dozzine di persone sono state arrestate.
Bisogna ricordare che in Eritrea l’esercito ha ordini precisi di sparare a vista su reclute che tentano di disertare e questa non è la prima volta che giovani eritrei vengono massacrati in questo modo.
Bisogna soprattutto ricordare che in Eritrea vige un sistema di coscrizione forzata e che tutta la società è militarizzata. Giovani e anziani, uomini e donne, sono al servizio militare a tempo indeterminato in un sistema che equivale a schiavitù. Molti di loro lo sono dal 1998, cioè da ben 18 – diciotto – anni! Intrappolati in tale terribile situazione e senza alcuna speranza di avere un futuro libero, i giovani non hanno altra alternativa che fuggire. È una reazione naturale ed inevitabile.
Il massacro di oggi ci ricorda quello di Adi Abeto, dove, nel 2004, più di 20 giovani morirono sotto il fuoco dell’esercito di Isaias. Ci ricorda pure il massacro di tredici minori uccisi dal regime nel mese di settembre 2014 mentre tentavano di attraversare il confine sudanese. È inoltre inevitabile ricordare i tantissimi giovani uccisi in modo simile lungo i confini, tutti in fuga da questo inumano sistema dittatoriale. Come scordare poi il massacro dei veterani invalidi a Mai Habar nel luglio 1994?
Noi, come esseri umani, non possiamo ignorare che il regime di Isaias compie in maniera sistematica arresti arbitrari, sparizioni forzate, torture, esecuzioni extragiudiziali, persecuzione religiosa. Tutta la società eritrea è consapevole di questi crimini. Il regime di Isaias è anche sotto inchiesta delle Nazioni Unite per CRIMINI CONTRO L’UMANITÀ. Nonostante tutto ciò, alcuni sostenitori del regime hanno finora negato tali crimini. Nonostante tutto ciò, vari governi europei continuano a tenere gli occhi chiusi.
Ci sono però dei momenti storici e delle situazioni davanti alle quali ogni persona che si definisca essere umano e ogni governo o forza politica che si autodefiniscano onesti sono tenuti ad indignarsi e condannare. Il massacro di Asmara del 3 aprile richiede che lo si faccia a voce chiara e alta.
Non e’ possibile commentare un articolo del genere,non c’e’ neanche la base di una risposta,una innumerovole DIFFAMAZIONE nei confronti del POPOLO ERITREO. Non siete credibili,perche’ non mostrate video come accadono in Ethiopia dei massacri ad opera della etnia Weyane nei confronti delle altre etnie maggioritarie.
Chiederemo all’autore dell’articolo di replicare al suo commento. Intanto lei, se vuole, può mandarci un suo pezzo sempre di risposta con video e notizie certe. Grazie.