Nella nostra famiglia nessuna donna divorzia: resta con lui anche se ti vuole uccidere
di Monica Macchi
Quando Jihan aveva 15 anni, ha sposato un uomo molto più anziano per sfuggire alla violenza del padre ma sin dalla prima notte di nozze suo marito l’ha violentata e picchiata lasciandole lividi e fratture. La prima volta che è andata dalla polizia si è sentita rispondere “E’ tuo marito…non possiamo fare niente”; stessa risposta quando e’ tornata in pigiama visto che il marito l’ha soffocata fino a farle perdere conoscenza, l’ha buttata per strada e non la faceva più rientrare in casa: il poliziotto di guardia si è limitato a telefonare a casa ma il marito continuava a rispondere “avete sbagliato numero”. Risultato? E’ dovuta andare dalla sorella e quando il marito ha cambiato idea è andato a riprendersela e ha continuato a picchiarla. A questo punto Jihan ha chiesto aiuto alla sua famiglia di origine ma il padre si è categoricamente rifiutato di consegnarle il certificato di matrimonio, necessario per la domanda di divorzio dicendole: “nella nostra famiglia nessuna donna divorzia: resta con lui anche se ti vuole uccidere”.
Jihan è ora in un rifugio segreto gestito da Human Rights Watch che ha scelto questa storia per esemplificare i diversi tipi di abusi domestici e per denunciare la risposta debole da parte sia del governo marocchino che della polizia. In particolare hanno lanciato una petizione a Bassima Hakkaoui, ministro delle donne e della famiglia per chiedere una nuova legge che rafforzi la protezione delle vittime di violenza domestica rendendo un crimine lo stupro coniugale.