” Stay human: Africa!”: L’arrivo dei droni in Ruanda
di Veronica Tedeschi
“L’Africa è uno stato mentale, io lavoro in Europa, ma sogno in Africa.” (Samuel Eto’o)
Nel “Paese dalle mille colline”, segnato da un passato di genocidi e sofferenza, qualcosa sta cambiando. In Ruanda sta per entrare in azione una flotta di ‘postini volanti’.
Nel 2016 sono iniziati i lavori per la costruzione di un droneporto, una struttura che sarà utilizzata come interscambio di droni che viaggeranno in tutto il Paese per consegnare medicinali e beni di prima necessità.
Gran parte del territorio ruandese non è facilmente raggiungibile sia per la mancanza di strade, sia per la caratteristica peculiare di questo territorio di essere prevalentemente collinare. Fino ad oggi le consegne “urgenti” di medicinali venivano fatte con dei cargo o dei fuori strada, non adatti a viaggiare in strade dissestate e che portavano ad un aumento dei tempi di consegna. La difficoltà nei trasporti è stata, probabilmente, uno dei fattori scatenanti la necessità di trovare un mezzo di traporto alternativo per la consegna di medicinali e beni di prima necessità.
I droni, velivoli che viaggiano senza pilota, hanno una velocità e delle caratteristiche tali che consentiranno il traporto in tempi di circa 1/12 rispetto al trasporto con fuori strada. “Ogni anno” ricordano i promotori del progetto (Studio britannico Foster+Partners e Istituto Federale di Tecnologia di Losanna) “il 25 per cento delle 450.000 morti per malaria è da imputare alla mancanza di sacche di sangue. La consegna di questi e altri prodotti salvavita potrebbe essere assicurata dai ‘postini volanti’”.
Ci saranno due tipi di droni, un modello più piccolo per le consegne urgenti di forniture medicinali e di emergenza (Redline) e un modello più massiccio per i carichi più pesanti (Blueline).
Dal 2025 ci saranno anche droni da 6 metri, in grado di trasportare fino a 100 chili.
“Le spedizioni tramite velivoli senza pilota sono ecologiche: molto più dei camion su strada” .
I droneporti non saranno solo uno snodo per la consegna di prodotti urgenti ma queste strutture, che avranno la forma di volte di mattoni in fila, ospiteranno anche una clinica, un ufficio postale e una piattaforma e-commerce. La costruzione, iniziata nel 2016, dovrebbe concludersi entro il 2020.
Sembra fantascienza ma Kigali concentra già numerose start-up e ogni hanno sviluppa la telefonia mobile e la copertura internet; è un concentrato di idee in trasformazione e questo progetto dei droni è solo una delle mille possibilità di progresso che escono dal Ruanda.
Se il progetto funzionerà potrà espandersi anche negli stati limitrofi ma, soprattutto, rappresenterà il primo passo per il riscatto di una popolazione che ha vissuto gli ultimi 20 anni in sofferenza, a causa dei ricordi e delle ferite lasciate dal genocidio del 1994.