Schiave di guerra
L’ Associazione per i Diritti umani scrive ancora per voi dal festival in Triennale.
Articolo di Monica Macchi
SCHIAVE DI GUERRA
Foto di Christopher Bethell
Nadia Murad porta una testimonianza diretta del genocidio degli yazidi, etnia curda e minoranza religiosa accusata dai dogmatici sunniti di essere “adoratori del Diavolo” e quindi senza lo status di “dhimmi”. Oggetto di attentati prima da Al Qaeda e ora da Daesh, sono considerati bottino di guerra per il lavoro forzato ma anche schiave sessuali vendute all’asta con diversi passaggi di proprietà. Si calcola che 6000 donne e bambini abbiano subito schiavitù spirituale, fisica e sessuale in uno stupro collettivo che distrugge persone, villaggi, ed anche il patrimonio culturale di città monumentali come Tadmur (Palmira),chiese cristiane, templi yazidi e i resti dell’antica civiltà assira. Sono state ritrovate ad oggi 37 fosse comuni considerate dal punto di vista giuridico come prova “sufficiente” per poter usare il termine genocidio ma a livello internazionale non si è ancora mosso niente, anzi chi scappa dalla schiavitù e dalla morte si ritrova ad affrontare un alt(r)o rischio di morte: il Mediterraneo è il confine più pericoloso. E l’Occidente deve anche imparare saper distinguere: Daesh (che secondo Nadia è funzionale a interessi territoriali e internazionali visto che alcuni l’hanno aiutato e alcuni non hanno reagito) sta applicando quello che crede essere la shariyya islamica ma il crimine non ha e non può avere religione.