La libertà attraverso la forza delle parole
di Giulia Carlini (una nuova e brava collaboratrice di Associazione per i Diritti umani)
Al Festival dei diritti umani, ieri mattina si è parlato del diritto alla libertà di espressione.
La sala gremita di studenti ha ascoltato con entusiasmo il critico musicale Enzo Gentile intervistare la cantante Cecile e il rapper Musteeno, fondatore di Street Art Academy, in un dibattito sul ruolo della musica come veicolo fondamentale di libertà.
Cecile ha presentato quest’anno al festival di Sanremo il suo singolo d’esordio N.E.G.R.A., il cui testo e video musicale hanno provocato molto scalpore tra il pubblico. “L’acronimo sta per Nessuno È Giudice Razziale Assoluto” spiega la cantante, “non esitono differenze, siamo tutti uguali, siamo tutti esseri umani. Chi discrimina lo fa sulla razza, ma anche sull’essere brutti, grassi, diversi. Ma diverso da chi?”.
Per Musteeno il problema è la paura. Essa ci impedisce di riconoscere quanto sia preziosa la diversità, di dare all’altro il valore che diamo a noi stessi. Il rapper ha esortato gli studenti a “levarsi la paura del diverso e andare a conoscerlo perché è quello che costituirà voi stessi nel futuro” .
I due artisti guardano alla musica non solo come a un veicolo per esprimere tutto ciò che si vuole, ma anche come potente strumento che unisce le persone, le libera e le aiuta a denunciare i soprusi grazie alla forza che le parole possono avere.
Questa forza la conosce bene Nawal El Saadawi, protagonista del documentario “The free voice of Egypt” della regista Kontanze Burkard, proiettato al termine dell’incontro.
Nawal è famosa in tutto il mondo per i suoi scritti a favore dei diritti delle donne egiziane. Laureatasi in medicina all’università di Giza, nel 1956 viene assegnata a un’unità sanitaria nel suo villaggio natale Kafr Tahla, nel cuore della povertà rurale egiziana. Dopo aver denunciato gli orribili abusi del marito subiti da una donna del villaggio affetta da disturbi mentali, viene rimandata al Cairo dove ricopre la carica di Direttore della Sanità Pubblica.
Col passare degli anni inizia a utilizzare la parola scritta per lottare contro l’oppressione delle donne egiziane. Le ha incoraggiate ad andare avanti, ad assumersi le proprie responsabilità e non lasciare che gli uomini continuino a decidere della loro vita.
Si è battuta contro tradizioni oppressive come l’infibulazione, ferita che l’ha segnata per tutta la vita nel fisico e soprattutto nell’anima, il velo e le violenze domestiche.
Viene ben presto etichettata come nemico dell’Islam e della patria, ricevendo quotidianamente minacce di morte dal governo e da privati cittadini, fino ad essere arrestata nel 1981.
Racconta di una compagna di cella imprigionata per avere colpito il proprio marito alla testa con una zappa, mentre lui violentava la loro figlia di 9 anni. “Aveva le mani identiche alle mie” afferma, “se non avessi impugnato una penna, forse avrei usato anch’io una zappa. La parola sincera richiede un coraggio simile a quello per uccidere. Forse di più.”
Nawal è rimasta caparbiamente fedele alle sue parole nonostante tutte le minacce, la prigionia e le percosse, senza piegarsi di fronte a nulla.
A volte viene definita provocatoria, ma lei risponde con aria stupita che dice semplicemente ciò che pensa, con franchezza, cosciente di non poter avere tutti dalla sua parte, e del prezzo alto che ha pagato per poterlo fare.
Anche Cecile e Musteeno ritengono la provocazione necessaria. Riguardo al video di N.E.G.R.A., in cui l’artista viene ripresa completamente senza veli, Cecile afferma di aver voluto provocare il pubblico per smascherare l’ipocrisia che in Italia ci assuefa a corpi nudi in televisione già dalle 9 di sera, ma ci fa scandalizzare davanti a una ragazza che canta a pieni polmoni di essere nera e nuda, semplicemente se stessa.
Per il rapper la provocazione nei brani hip hop è importante per esprimere rabbia ed indignazione, ma non dev’essere mai gratuita altrimenti rischia di perdere d’importanza, diventando rumore di sottofondo. Deve quindi avere una ragione valida ed una chiave di lettura per poter mandare un messaggio chiaro e preciso al pubblico.
La forza delle parole (che siano scritte, cantate o rappate) è la salvezza dai limiti della nostra realtà, è la libertà che ci permette di esprimere ciò che proviamo e pensiamo. Come afferma Nawal, “non esiste principio più alto della verità e della sincerità nella ricerca per la libertà, la giustizia e la dignità.”