“VenerdIslam”: Graffiti, frustate e insulti all’Islam
di Monica Macchi
Riprendendo l’appello lanciato a dicembre da cineasti iraniani tra cui Jafar Panahi, giovedì scorso, registi ed attori riuniti al 69° Festival di Cannes in un comunicato sottoscritto da quaranta organizzazioni professionali internazionali (tra cui il W & DW – Worldwide scrittori e registi, FERA – Federazione europea dei registi, il ADAL – America Latina audiovisivi Amministrazione Alliance, European Film Academy, la ARP – Società civile degli Autori, registi e produttori (Francia), l’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, la Biennale di Venezia – Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica e DAC – Directores Argentinos Cinematográficos) hanno chiesto “ufficialmente e solennemente alle autorità iraniane la grazia per Keywan Karimi”, documentarista curdo iraniano condannato a sei anni di carcere e 223 frustate per il film documentario “Writing on the city” di cui potete vedere qui il trailer (https://www.youtube.com/watch?v=3laaKrp5ebE). Si tratta di un racconto storico-sociologico attraverso i graffiti di Teheran che documentano l’Iran tra la rivoluzione khomeinista e le manifestazioni contro Ahmadinejad. Karimi ha già al suo attivo diversi lavori sulla minoranza curda, sul contrabbando di petrolio nelle zone di confine con l’Iraq, (“Broken Borders”) e sui problemi delle giovani coppie (“The adventure of the Married Couple”, trasposizione iraniana di un racconto di Calvino).
Il 13 ottobre 2015 è stato condannato a sei anni di prigione e 223 frustate per “propaganda contro il sistema” e “aver insultato l’islam” da un giudice, Mohammad Moghiseh, già noto ai gruppi internazionali per la difesa dei diritti umani per il suo attivismo nel reprimere giornalisti e oppositori e segnalato per questo all’Unione europea. Domenica 21 febbraio 2016 gli è stata notificata la sentenza definitiva: un anno di carcere, 223 frustate e una multa di 20 milioni di rial (circa 600 euro).
Ancora una volta (come nel caso di Atena Farghadani) il legame tra graffiti e insulto all’islam…