“Stay human, Africa!”: Democrazia familiari “dinosaure”
di Veronica Tedeschi
L’immagine dell’Africa è piena di pregiudizi e pietismo, indotti in primo luogo dal giornalismo occidentale. L’Africa si sta rialzando ed è in continua evoluzione.
C’è, però, un problema che incombe sui paesi africani da anni: le così dette classi dirigenti “dinosauri” – come ama chiamarle Raffaele Masto – o, per meglio capirci, quelle finte democrazie africane governate da Presidenti troppo attaccati alla poltrona. Personaggi che hanno modificato le Costituzioni pur di potersi ricandidare o che hanno scatenato guerre civili all’interno dei paesi per le loro continue candidature.
Quelli che vedrete di seguito sono solo alcuni dei Presidenti che governano paesi africani da decenni senza possibilità di cambiamento. Questo è uno dei problemi dell’Africa e questa è la criticità che l’Occidente dovrebbe affrontare per prima: lo sradicamento di questi personaggi una volta per tutte.
Teodoro Obiang Nguema. Presidente della Guinea Equatoriale dal 1979. Capo di Stato più longevo di tutta l’Africa, negli anni 90 ha condotto una politica basata sullo sfruttamento dei giacimenti petroliferi presenti nel suo Stato.
Denis Sassou Nhuesso. Presidente della Repubblica Democratica del Congo dal 1979.
Yahya Jammeh . Presidente del Gambia; assunse il potere nel 1994 con un golpe. È fortemente criticato dalla comunità internazionale per le sue politiche apertamente in contrasto con i diritti umani e per il suo atteggiamento repressivo nei confronti degli omosessuali.
Josè Eduardo dos Santos. Presidente dell’Angola dal 1979. Nonostante le accuse di corruzione e repressione della libertà di espressione che hanno segnato la sua lunga amministrazione, nel 2010 venne eletto per un nuovo mandato, secondo il dettato della Costituzione che non prevede più l’elezione diretta del Presidente.
Mohamed Abdelaziz. Presidente in esilio della Repubblica Democratica Araba dei Sahraui. Nazionalista laico, ha alle sue spalle ben 40 anni di presidenza.
Paul Biya . Secondo presidente del Camerun, carica che ricopre da più di un trentennio (dal 1982).
Robert Mugabe. Dal 1987 ricopre la carica di Presidente dello Zimbawe. È accusato di aver instaurato un regime dittatoriale nel suo Pese, gli è impedita l’entrata nell’Unione Europea e negli Stati Uniti, tranne per la partecipazione di eventi organizzati dalle Nazioni Unite.
Yoweri Museveni . Presidente dell’Uganda dal 1986. Ha apportato una relativa stabilità e crescita economica all’Uganda dopo decenni di ribellioni e guerre civili, esclusa la situazione delle regioni settentrionali del paese.
Alpha Condè. Presidente della Guinea dal 2010. Ha subito un attentato da parte di alcune persone di spicco del precedente regime nel quale è rimasto ucciso un uomo della sua scorta.
Isayas Afewerki. Presidente dell’ Eritrea dal 1993, da quando il paese si è dichiarato indipendente dall’Etiopia.
Pierre Nkurunziza. Presidente del Burundi dal 2005. Il 21 luglio 2015 il Burundi ha votato per le elezioni presidenziali. Il risultato non è diverso da quanto ci si aspettava: Pierre Nkurunziza è stato rieletto per un terzo mandato con il 69% delle preferenze.
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Joseph Kabila. Presidente della Repubblica democratica del Congo dal 2001 in seguito all’assassinio di suo padre.
Paul Kagame. Presidente del Rwanda. 51 anni, molto popolare nelle zone rurali del paese,
meno nella capitale Bujumbura, secondo i suoi avversari è spietato e
corrotto e la sua decisione di candidarsi ad un terzo
mandato,
accettata il 5 maggio 2015 dalla Corte Costituzionale, ha scatenato nel
paese una serie di rivolte che hanno portato a più di 30 morti.
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Una risposta
[…] della maggior parte dei territori africani, hanno difficoltà a lasciare la poltrona (Vedi anche qui) e, anche qualora avvenga questo cambiamento, la popolazione non viene mai ascoltata e le vere […]