World Press Photo 2016
Documentare, far riflettere, informare: questo e molto altro è il WORLD PRESS PHOTO, giunto alla sua 59ma edizione.
Le immagini dei vincitori del premio più importante nell’ambito del fotoreportage sono esposte presso la Galleria Sozzani di Milano, fino al 5 giugno, ad ingresso libero.
Come sempre, dal ’55, gli autori indagano i temi di stretta attualità: migrazioni, guerre, disastri ambientali, vita quotidiana in condizioni difficili e i diritti civili, come nelle storie di due donne lesbiche che hanno partorito quasi contemporaneamente grazie alla fecondazione in vitro. E poi Natura e Sport. Uno sguardo, quindi, sul contemporaneo, uno sguardo delicato e impietoso, poetico e graffiante.
La foto vincitrice di quest’anno è stata scattata al confine tra Serbia e Ungheria e ritrae un uomo che passa un neonato ad un altro, attraverso il filo spinato: è di Warren Richardson, australiano.
Il b/n raffinato, quasi lucido e potente colpisce nelle immagini di Zizola, vincitore del secondo premio nella categoria “Attualità” con il suo ritratto di migranti africani, fieri nella loro disperazione.
L’americano David Guttenfelder racconta la Corea del Nord, Paese inaccessibile in cui i diritti umani sono spesso negati e questa è la mostra di apertura, ma si viaggia anche nelle favelas brasiliane o nella Siria devastata. Molti i ritratti di minori, impotenti di fronte ad una umanità che ha perso tutto: i loro occhi, le loro espressioni sono più dolorosi e giudicanti di qualsiasi altro commento.
Il presidente della giuria e direttore dell’agenzia France-Press, Francis Kohn, ha così commentato la fotografia vincitrice di Richardson: “ Fin dall’inizio abbiamo capito che questa foto era importante. Abbiamo pensato che avesse un tale potere per la sua semplicità, in particolare per il simbolo del filo spinato. Aveva la forza per trasmettere visivamente ciò che sta accadendo con i rifugiati. Ritengo che sia una foto molto classica, senza tempo. Ritrae una situazione, ma il modo in cui è stata fatta è classico nel senso più ampio della parola”.
Tecniche diverse per restituire agli spettatori le notizie più importanti che hanno segnato e cambiato il mondo negli ultimi 12 mesi e, ogni volta, lo spettatore è costretto ad interrogarsi sulla grande questione posta da Hannah Arendt “Davanti al dolore degli altri”…cosa fare ?