“Hate crimes in Europe!”: HATE HURTS, progetto di fotogiornalismo
Mentre si sta sgombrando il campo di Idomeni, il campo profughi più grande di Europa, noi proponiamo oggi la rubrica “Hate crimes in Europe!” curata da Cinzia D’Ambrosi sul suo progetto intitolato “Hate hurts”
di Cinzia D’Ambrosi
L’Inaugurazione della mostra fotografica ‘Hate Hurts’ il 12 Maggio presso Centro Culturale Asteria di Milano si e’ aperta con un incontro organizzato dall’Associazione per i Diritti umani alla presenza di due ospiti Paolo Pobbiati, portavoce della Amnesty sezione Italia e Cinzia D’Ambrosi, fotogiornalista.
L’evento ha avuto una buona risposta dal pubblico che attivamente ha preso parte all’incontro. Alessandra Montesanto ha aperto la discussione con il chiedere del significato delle parole: “Per Capire, Per Documentare e Per Cambiare” proposte all’inizio della presentatione digitale del progetto documentario.
“Queste parole racchiudono in essenza le motivazioni per il lavoro che svolgo ed anche che cosa rappresenta per me il foto-giornalismo. Per esempio, sensibilizzare il pubblico su tematiche toccate dal lavoro ma e soprattutto far si’ che il lavoro prodotto sia visto da coloro che hanno il potere di cambiare e migliorare le leggi esistenti. Il progetto fotografico documentario ha, quindi, una funzione canalizzante in questo processo.” spiega Cinzia. Continuando che: “ in questo processo cerco il modo migliore di presentazione e cio’ cambia da progetto a progetto dipendente al messaggio che intendo portare avanti. Presentare ‘Hate Hurts’ al centro Asteria per portare all’attenzione le storie di coloro che hanno subìto crimini d’odio rientra in questo pensiero.”
Ci sono stati molti contributi interessanti dal pubblico presente ed in particolare il legame tra i crimini d’odio ed un crescente nazionalismo in Europa che provoca un supporto sempre piu’ vivido verso le vedute d’estrema destra. Tutto cio’ alimentato da discorsi politici basati sull’idea che abbiamo bisogno di difendere le nostre identita’ nazionali e i nostri confini da ‘un’invasione di rifugiati e migranti’. Anche se queste opinioni non sono tratte da una ricerca solida, sono spesso presentate come fatti.
Paolo Pobbiati ha presentato alcuni dati di una recente ricerca di Amnesty da cui si evince che i Paesi ad aver accettato il numero maggiore di rifugiati, sono la Turchia, la Giordania e il Libano aprendo una prospettiva diversa sulla crisi dei rifugiati.
Durante il corso della serata, è stata proiettata una selezione delle foto dal progetto ‘Hate Hurts’. Le immagini risaltano l’influenza negativa dei crimini d’odio che prendono varie forme: da quella verbale, a quela fisica e psicologica. Molte delle foto alludono anche alla sofferenza silenziosa dei rifugiati e migranti in uno stato di politico e burocratico limbo.
The Opening of ‘HATE HURTS’ Photography Exhibition on the 12th May at the Cultural Centre Asteria in Milan was marked with a Talk Event organised by perdirittiumani.com (for human rights) with invited guest speakers Paolo Pobbiati, Spokesman for Amnesty International Italy and myself photojournalist.
The event had a great turn out. Alessandra Montesanto from PerDirittiUmani set the Talk off with a question about the meaning of the words opening a slide presentation ‘Hate Hurts: to understand, to document and to change’.
I explained that these words are very connected to the way I do my work and to what I believe photojournalism’s work should do. The main objective being presenting it to the wide public and in particular those in power to make positive changes for the issues being told. The work as being a channel for this to happen or a catalyst towards this to happen through an increased awareness.
In the process I am looking at ways that most effectively work for this purpose. Being present in the Cultural Centre Asteria to show ‘Hate Hurts’ and the stories of hate crimes victims through a photography exhibition and talking about the issue in the Cultural Centre Asteria belongs to this very process.
Some highlights were very interesting thoughts on the dynamics built around hate crimes. Members of the public suggested that one of the causes is being an increasing nationalism or perceived nationalism in Europe. I cannot but agree that extreme right wings getting stronger support in Europe has ties in with the political ideology of defending one’s national ideologies and borders.
Paolo Pobbiati showed a recent compiled research from Amnesty of countries that have taken the most of refugees. These were mostly from outside of Europe: Turkey, Jordan, Lebanon, which gave another perspective to the refugee crisis.
During the course of the evening, photographs from the photography project ‘Hate Hurts’ were projected and I was asked to run a commentary on some of the people’s stories represented in the photographs. The stories highlight the plight of victims of hate crimes looking at its various forms from psychological crimes, verbal and physical. Many of the photographs also showed the extend of the silent pain going through thousands of refugees and migrants in a state of bureaucratic and political limbo.
La mostra fotografica ‘Hate Hurts’ continua fino al 26 Maggio nel Centro Culturale Asteria di Milano. http://www.centroasteria.it/events/hate-speech-crimini-dodio-europa/
Per seguire il progetto ‘Hate Hurts’ e la rubrica sui crimini d’odio:
http://www.peridirittiumani.com/category/rubriche/hate-crimes-in-europe/