Associazione 21 luglio e Naga presentano un esposto contro Mario Giordano e Maurizio Belpietro per un articolo riferito ai rom. L’Ordine dei Giornalisti sanziona entrambi con la censura.
Il Consiglio di Disciplina Territoriale dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, riunito nella seduta del 18 aprile 2016 in riferimento alla posizione del direttore di “Libero” Maurizio Belpietro e del giornalista Mario Giordano, ha sanzionato entrambi con la censura, misura disciplinare utilizzata quando un giornalista si rende autore di abusi o mancanze di grave entità.
Nel dicembre scorso Associazione 21 luglio e Naga avevano presentato un esposto avente per oggetto l’articolo a firma di Mario Giordano dal titolo “Ci teniamo i killer rom, premiamo i ladri”, apparso sul quotidiano “Libero”, l’8 novembre 2015. Nel corpo dell’articolo l’autore, riportando un evento criminoso scriveva: «massacrate da due rom» per poi aggiungere: «Facciamoci massacrare. Facciamoci ammazzare. Aspettiamo che tocchi a noi. Aspettiamo il nostro turno. Aspettiamo una sera che l’orrore bussa alla porta della nostra casa travestita da rom. Mi raccomando dite rom (…) e non zingari che altrimenti la Boldrini s’indigna. Anche quando vi stanno uccidendo a suon di botte, mentre vi frantumano i denti e le mascelle, mentre vi mandano al creatore per portarvi via la miseria accumulata nel salvadanaio con una vita di sacrifici, ricordatevelo bene: si dice rom».
Nell’esposto, presentato all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, le organizzazioni avevano denunciato l’intento xenofobo dell’articolo nel quale, partendo da un fatto di cronaca nera, si tendeva a criminalizzare un’intera etnia. Si faceva inoltre presente come solo sul quotidiano diretto da Maurizio Belpietro gli autori del reato venivano definiti come “rom”, mentre nelle altre testate che avevano trattato lo stesso episodio, non si era scritto che gli autori del reato appartenessero a tale etnia.
La diffusione di tali articoli – si legge nell’esposto – «ancor più non suffragati da dati certi e inequivocabili, trasmette un’immagine stereotipata e criminosa di un intero gruppo di persone senza distinzioni di sorta ed è lesiva della dignità delle persone rom». Nel testo le organizzazioni avevano fatto riferimento alla giurisprudenza della Corte di Cassazione che aveva disposto le tre condizioni in presenza delle quali il diritto di stampa è da ritenersi legittimo: l’utilità sociale dell’informazione, la verità, la forma civile dell’esposizione dei fatti e della loro valutazione. Proprio su quest’ultimo punto la Corte di Cassazione aveva stabilito che «la forma della critica non è civile, non soltanto quando è eccedente rispetto allo scopo informativo da conseguire o difetta di serenità e di obiettività o, comunque, calpesta quel minimo di dignità cui ogni persona ha sempre diritto, ma anche quando non è improntata a leale chiarezza».
Il Consiglio di Disciplina Territoriale dell’Ordine dei Giornalisti, accogliendo pienamente le istanze delle due organizzazioni, nella decisione presa il 20 aprile scorso, ha ravvisato come Mario Giordano abbia elaborato nell’articolo «un pensiero critico che come tale sarebbe del tutto legittimo se non avesse connotazione xenofoba e razzista. Il linguaggio utilizzato molto drammatico, e i toni decisamente forti, enfatizzano ulteriormente la repulsa per quel genere di persone: i rom e gli zingari, gente che vive nel delitto e che non andrebbe tollerata» e, ravvisata la responsabilità del giornalista, ha ritenuto come sanzione adeguata la censura. Anche il direttore del quotidiano “Libero”, per il quale le due organizzazioni avevano chiesto di valutare l’omesso controllo, è stato condannato alla medesima sanzione.
Associazione 21 luglio e Naga esprimono profonda soddisfazione per l’esemplare sanzione che potrebbe rappresentare un precedente importante volto a scoraggiare tra gli addetti all’informazione linguaggi con forti accenti razzisti e xenofobi.