Nigeria / Biafra: almeno 35 morti nella sanguinosa repressione di proteste
Una commissione indipendente deve indagare sulla escalation di violenza in Nigeria
Dopo la morte violenta di almeno 35 biafrani nel sud est della Nigeria, morti durante la sanguinosa repressione delle proteste da parte della polizia e dell’esercito lunedì 30 maggio, l’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) ha chiesto l’istituzione di una commissione d’inchiesta indipendente. Bisogna infatti chiarire in maniera indipendente, chi è responsabile per l’utilizzo di munizioni pesanti e per quale ragione si è deciso di sparare contro i manifestanti. Se il Parlamento della Nigeria non è disposto ad avviare indagini sugli incidenti, chiederemo all’Alto Commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite di provare a chiarire le ragioni che stanno dietro l’escalation della violenza da parte dello stato. L’impunità non farà altro che alimentare altra violenza in Biafra. Un’inchiesta indipendente è urgente per far luce su diversi incidenti e assegnare delle precise responsabilità per questi fatti di sangue.
Mentre l’esercito giustifica il suo duro intervento come autodifesa dei suoi militari e ammette solo la morte di dieci persone, gli attivisti del Biafra parlano invece dell’uso improprio delle forze di sicurezza che ha provocato 35 morti, 207 feriti e 403 arresti. La Conferenza Episcopale della Nigeria (CBCN) ha già respinto la tesi della presunta “autodifesa” delle forze di sicurezza e ha dichiarato che le uccisioni non potevano essere giustificate neanche da una grande provocazione.
Sfondo delle proteste sono stati i festeggiamenti per il 49. anniversario della dichiarazione di indipendenza del Biafra dalla Nigeria del 30 maggio 1967. Gli attivisti avevano chiesto che in tutto il Biafra ci si raccogliesse in incontri di preghiera nelle chiese e in manifestazioni pubbliche: all’appello hanno aderito migliaia di cristiani biafrani. Le forze di sicurezza sono penetrate anche nelle chiese per sedare le proteste e arrestare i manifestanti, come hanno riferito testimoni oculari. Gli incidenti più gravi si sono verificati nella città di Onitsha nello Stato federale di Anambra. Qui almeno 30 persone sono state uccise.
Solamente tra il dicembre 2015 e metà maggio 2016 più di 30 manifestanti erano stati uccisi in Biafra durante massicce operazioni da parte delle forze di sicurezza. Dopo questa nuova escalation di violenza i responsabili non devono rimanere impuniti altrimenti l’intero sud-est della Nigeria rischia di precipitare nella violenza nel 2017, quando verrà ricordato il 50. anniversario dell’inizio del genocidio in Biafra.
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