“America latina: i diritti negati”: Che orgoglio!
di Mayra Landaverde
Sabato 25 giugno si è svolto il Milano Pride, manifestazione dell’orgoglio delle persone gay, bisessuali, transessuali, asessuali, intersessuali e queer.
Questa volta scrivo su questa manifestazione perché abbiamo partecipato come rete Milano senza frontiere.
E’ il terzo anno che aderiamo a questa iniziativa.
Avrei dovuto intervenire dal palco in rappresentanza della rete ma non mi è stato possibile. Così ho scritto questo pensiero sul mio blog: https://mayralandaverde.wordpress.com/2016/06/28/mancato-intervento/
Purtroppo, tra tutta l’allegria, sono successi anche episodi sgradevoli, intollerabili.
Lo stesso giorno del Pride ho letto sul profilo facebook di una mia amica, aggredita in manfestazione. Si trovava vicino al palco con alcune foto dei ragazzi dispersi nel Mediterraneo che usiamo al presidio e questo ha dato fastidio ad alcune persone che hanno deciso di aggredirla verbalmente con insulti razzisti e poi di picchiarla. Lei sta bene, non si è fatto male nessuno.
Beh, ci stiamo facendo male noi. Io non mi aspetto un insulto per il colore della mia pelle da una persona che partecipa al Pride. Non me lo aspetto proprio! E invece è così. Il razzismo lo abbiamo trovato ovunque.
Le persone mi chiedono sempre perché partecipiamo a queste manifestazioni. Mi chiedono sempre cosa c’entra l’immigrazione coi diritti LGBT. C’entra tutto!
Siamo persone e questo dovrebbe bastare. Non dovrei nemmeno scrivere questo articolo perché è semplicemente assurdo che fra di noi ci mettiamo, ci inventiamo degli ostacoli.
Il sito del Milano Pride riporta le seguenti bellissime parole:
“Una straordinaria festa di libertà resa possibile dal lavoro congiunto di istituzioni pubbliche, associazioni e realtà commerciali oltre che, naturalmente, dalla partecipazione di migliaia di persone.
È organizzato dal Coordinamento Arcobaleno (che raggruppa le associazioni LGBT di Milano) sulla base di un progetto presentato da ARCIGAY MILANO.
Un Pride inclusivo che tenga conto di tutte le diversità, non solo quelle legate all’orientamento sessuale (immigrazione, disabilità, solidarietà, ecc.). Un esempio: i discorsi a conclusione della parata si avvalgono di traduzione simultanea nel linguaggio dei segni.”
Un Pride inclusivo, sì. Quanto inclusivo? Inclusivo anche dei razzisti, dei violenti? ( gay o non gay questo non importa).
Abbiamo lavorato molto bene con le persone della comunità LGBT e mi sembra davvero offensivo che, per colpa di pochi, una manifestazione così importante si veda oscurata.
In Messico El hogar refugio la 72 che è un centro di accoglienza per migranti ha organizzato un evento per l’orgoglio LGBT. Vi invito a vedere la loro pagina:
https://www.facebook.com/la72tenosique/
Le fotografie qui riportate sono state scattate durante quell’evento il 30 giugno a Tenosique, Tabasco nel sud del Messico.
In una delle foto si vede la bandiera arcobaleno e in fondo un cartello con la scritta “ Donde estan?” (Dove sono?)
Dove sono tutti i dispersi nel territorio messicano e dove sono i diritti LGBT.
Dove sono i nostri diritti, nostri.
Senza distinzione.