Il femminismo andino e la cosmogonia
di Veronica Silva Alvarado
Nell’ inconscio collettivo sudamericano sono presenti molti riti, usanze e concetti: nel mondo andino, ad esempio, si parla della Pachamama (Madre Terra) che nella sua fisicità è rappresentata con la Donna, come colei che dà amore ed è capace di creare una nuova vita grazie a taita Inti (dio Sole) che rappresenta l’Uomo, Nella mitologia incaica ci sono due archetipi di donne: la prima è più conosciuta tanto che si racconta di lei nelle scuole, forse per la somiglianza con Adamo e Eva: si tratta della leggenda di Mama ocllo e Manco capa. Erano marito e moglie, emersi del lago Titicaca, figli del Sole con dei poteri soprannaturali; fondano l’impero incaico; lui insegnò agli uomini a cacciare e a lavorare la terra, lei a cucinare e a cucire alle donne; lui forte guerriero, lei una brava casalinga.
La seconda leggenda (e archetipo) è quella di di Mama huaco, una donna forte anche lei figlia del Sole, rispettata e temuta per il suo esercito, una donna che da sola costruisce l’impero incaico. Questi due archetipi di donne si sono tramandati, come dicevo, nell’ inconscio collettivo. Nella lotta per la nostra decolonizzazione abbiamo avuto, in tutta la regione del nord del Perù, donne che hanno lottato alla pari degli uomini per la libertà: la prima donna è stata Micaela Bastida che, insieme a suo marito tupac amaru, ha lottato e dato la sua vita per la decolonizzazione. Nell’attualità troviamo un’altra “mamma” huaco con Maxima Acuña che ha lottato per difendere i laghi di Cajamarca, sconfiggendo le pretese di una multinazionale e grazie a lei molte altre donne e uomini hanno dato vita al progetto “Conga no va”. “Conga No va” racconta la lotta di un popolo per l’acqua contro la miniera d’oro più grande del Sudamerica. 23 giorni di sciopero a Cajamarca, in difesa di due laghi naturali sorgivi di alta quota contro il progetto minerario CONGA della miniera YANACOCHA, contro il progetto minerario a cielo aperto più grande del Sud America. Nel femminismo andino, a differenza del femminismo occidentale dove si lotta per la parità di genere, le donne lottano per la complementarietà, reciprocità e per la unità (solo uniti donne e uomini possono far crescere una nuova vita); addirittura nel mondo andino l’individuo è concepito come un ente duale rappresentato con il tawa ovvero il numero 4, che è un numero sacro; il concetto di complementarietà è fondamentale, quindi, nel mondo andino e tutti hanno bisogno di trovare il loro equilibrio e complemento; in questa cultura la complementarietà è basata nella coesistenza tra la pachamama (elemento femminile) e il taita inti (elemento maschile). “Secondo una profezia andina giungerà il giorno in cui lo spirito femminile si risveglierà dal lungo letargo e lotterà per cancellare odio e distruzione dalla civiltà attuale e darà infine origine a una società di pace, armonia e fratellanza nel futuro”. |