Il diritto a vivere
Pubblichiamo, in via eccezionale, un articolo dell’On. Maria Amato –
Parlamentare della Camera dei Deputati nel gruppo del PD, in
Commissione XII affari sociali e sanità – sul tema della disabilità e del territorio. E ringraziamo Patrizia Angelozzi.
Il diritto alla bellezza è un diritto di tutti, a prescindere dalla propria abilità.
La costruzione di un modello culturale inclusivo passa attraverso il rispetto di questo diritto.
Su questo principio si dovrebbe concretizzare l’idea di costruire percorsi sensoriali attraverso le città, nei musei, per i non vedenti, o per le persone con un sensorio iperattivo, che sanno cogliere i minimi particolari, perdendo la visione d’insieme.
Non solo abbattimento di barriere architettoniche. L’utilizzo delle tecniche virtuali all’interno di sale in località di mare consentirebbe con costi di gestione di gran lunga inferiori a
quelli di un museo del mare, la ricostruzione di un ambiente affascinante, un mondo fatto di equilibrio, di colori di suoni, di attività produttive, di tradizioni, accessibili a tutti, e
affascinanti per tutti e lo stesso vale per località di montagna,ricostruendo un habitat in cui anche chi ha seri problemi motori può scoprire il colore del bosco o il rumore di un ruscello.
Vivere la bellezza è l’esercizio del diritto alla gioia, dell’accesso al divertimento negli stabilimenti balneari, la costruzione di passerelle per raggiungere il mare anche con la sedia a rotelle, con piazzole di ombrelloni attrezzati e con la diffusione delle sedie job,
con la spinta all’utilizzo della domotica nelle strutture recettive, attraverso progetti dedicati e sgravi fiscali. Sarebbe il segno che finalmente abbiamo imparato a prenderci cura delle persone ed avere a cuore il loro vivere. E se la montagna è faticosa, sentieri in quota
percorribili con l’aiuto di piccoli ausili, consentirebbero a tutti il respiro magico delle nostre montagne. Non solo sociale, ma arte, natura e turismo come strumenti di felicità. Abruzzo Regione verde d’Europa diventa più “verde” se ha a cuore la fragilità, in cui tra i
turismi trovi spazio anche il turismo inclusivo, e che questo sia un ambito di lavoro possibile in cui ognuno con la propria, particolare abilità possa trovare uno spazio.
Non solo abbattimento delle barriere. … volevo inviamo da quelle, in modo che le persone con disabilita’ possano conoscere i. Loro paese, fare passeggiare e andare a visitare il cortile di palazzo d’analisi dove qualcuno ha pensato bene di mettere un a catena senza fare uno scivolo ne’ sul marciapiedi di sinistra ne’ a quello di destra…e poi il. ..belle, bellissime parole…che rimangono solo scritte. Facciamo convegni , riunioni, e quanto altro in locali a piano terra, parcheggi seri in ospedale, quelli che ci sono realizzati, usati adesso, sono ridicoli mi piacerebbe conoscere i, tecnico che li ha ideati e poi parliamo d’altro. Perdonate la sincerita’ e l’irruena ma fate parlare i disabili di didabilita’.dottoressa. sta Amato, ti voglio bene e lo sai